Domani, 1 maggio 2021, si ripete la tradizionale manifestazione che si tiene a Pietrarsa ed organizzata dal professor Vincenzo Gulì insieme a gruppi e movimenti meridionalisti. L’appuntamento è alle ore 9.30 tra Corso S. Giovanni e la via Pietrarsa, tra Portici e S. Giorgio a Cremano. Lo scopo è quello di commemorare, in occasione della Festa dei Lavoratori, la strage di Pietrarsa, quando i bersaglieri trucidarono gli operai che manifestavano per la riduzione dell’orario di lavoro e perché non ricevevano lo stipendio. Vi sarà quindi un corteo, fino ai cancelli dell’ex opificio, con la deposizione di fiori. Ovviamente saranno rispettate le regole anti Covid.
I fatti in oggetti avvennero il 6 agosto 1863, immediatamente dopo l’Unità d’Italia, quando l’ex Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa fu di fatto declassato dal neonato Stato Italiano in favore dell’Ansaldo di Genova provocando l’avvio della crisi che avrebbe portato alla chiusura del sito. La fabbrica di Pietrarsa, affidata a Jacopo Bozza per la cifra ridicola di 46mila Lire all’anno, nel 1863 vedeva più che dimezzato il numero di operai rispetto al 1861, anno dell’unificazione nazionale.
Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri furono uccisi dai bersaglieri – comandati da Nicola Amore, futuro sindaco di Napoli – che risposero alle proteste sparando sugli operai, anche alla loro schiena. Ci furono anche 17 feriti di cui 5 gravi. Questo il bilancio ufficiale. Sulla vicenda le istituzioni, imbarazzate, fecero cadere il silenzio dopo aver tentato di addossare la colpa a provocatori borbonici.
La richiesta dei gruppi meridionalisti, alle istituzioni italiane, è quella di ricordare l’eccidio napoletano il 1° maggio. Si tratta della prima strage operaia dell’Italia unita, verificatasi ben 23 anni prima degli avvenimenti occorsi nel 1886 a Chicago, negli Stati Uniti, in virtù dei quali fu istituita la Festa dei Lavoratori. L’Italia, insomma, ricorda fatti tragici avvenuti al di là dell’oceano mentre sceglie di dimenticare quelli di casa propria. Non si tratta di una gara, non si vuole fare un torto agli operai americani, bensì onorare la memoria anche di quelli napoletani e – almeno formalmente – italiani dal 1861.