Il 21 giugno “solstizio d’estate”, nel giorno in cui il sole appare più alto nel cielo, sarà possibile osservare nell’area archeologica di Pompei il sorgere del sole, in asse lungo via delle Terme. I raggi solari, entrando parallelamente a quelli viari, inonderanno le strade (via delle Terme, via di Nola e via dell’Abbondanza), nell’attimo dell’alba di luce, riflettendosi sulle architetture e sui basalti stradali.
Un ciclo che si ripete continuo e sempre uguale, con una variazione di solo mezzo grado, un diametro solare, rispetto a ciò che avrebbero osservato gli antichi pianificatori dell’abitato.
La forma della città, infatti, come era stato già ipotizzato a fine Ottocento,deriva il suo impianto dal movimento del sole e dall’evento solstiziale. Una caratteristica scientifica e culturale che si riflette nel modo di costruire le città, riscontrata anche in altri siti della pianura campana e che è oggetto di un progetto di ricerca di un gruppo di studiosi e dottorandi del laboratorio Capys dell’Università della Campania.
Lunedì 21 giugno sarà possibile assistere a questo evento straordinario prenotando un ingresso al sito di Pompei a partire dalle ore 4,45.
La prenotazione è obbligatoria, con acquisto biglietto su www.ticketone.it o presso le biglietterie del sito, da venerdì a domenica (orari di sportello/9,00 -17,30), per un numero massimo di 99 persone.Costo 20 € (+ 1,50€ prevendita on-line) – Ridotto 10€ (+ 1,50€ prevendita on-line) tra i 18 -25 anni e possessori Artecard. Gratuito al di sotto 18 anni.
L’iniziativa è riservata a massimo 99 visitatori. I visitatori, che accederanno dal varco di ingresso agli scavi di Porta Marina Superior e sosteranno lungo via delle Terme per osservare il fenomeno astronomico che avverrà alle 5,50. Saranno presenti professori e specialisti dell’Università della Campania per le informazioni scientifiche, e saranno fornite brochure esplicative. Uscita da Piazza Esedra.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Scabec Regione Campania e fa parte del cartellone di eventi di Campania by night estate 2021.
I visitatori saranno sottoposti, all’arrivo, a misurazione della temperatura mediante termoscanner. La visita avverrà nel pieno rispetto delle misure di distanziamento previste dalle disposizioni sanitarie.
Nelle sere del 21 e 22 giugno, intorno alle ore 20, il tramonto è invece ben visibile in asse con il tempio dorico del Foro Triangolare.
Il solstizio estivo, il momento estremo in cui il sole traccia nel cielo la sua orbita più lunga e raggiunge la posizione più estrema con punti di levata e tramonto verso settentrione, è l’apoteosi del ritmo annuale, il culmine della luce diurna: il sole sembra sostare per alcuni giorni in questa posizione prima di iniziare il suo percorso inverso e avviare il suo ritorno verso Sud e, con il decrescere delle giornate, verso il buio.
Il ciclo delle stagioni è un orologio primordiale per la scansione dei ritmi dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca, delle guerre, sin dai tempi più remoti e permette una naturale integrazione tra uomo e ambiente.Il paesaggio celeste è dunque intrinsecamente legato alla città: esso non è solo una epifania lontana, ma ne permea e costruisce lo spazio.
Come accade in altre città di fondazione greca, etrusca e romana, l’irraggiamento del sole era considerato un elemento fondante nella pianificazione urbana, per armonizzare l’orientamento con la direzione dei venti, con la morfologia del territorio e il deflusso delle acque.
I dati raccolti in situ – frutto del programma specifico di studio e ricerca – permettono di simulare il movimento del sole e degli astri nei secoli lontani in cui fu fondata e visse Pompei e di verificare il sistema delle antiche misurazioni e gli orientamenti seguiti dagli antichi.
L’uso di un evento astronomico, quale il solstizio, come elemento di riferimento per la fondazione dell’impianto urbano della città ci fa comprendere come la nascita di Pompei fosse un atto rituale, sacro. Allo stesso tempo ci mostra l’attenzione per garantire buone condizioni “ambientali” alla nuova città, che doveva essere esposta a una maggiore insolazione nei mesi invernali e alla frescura in estate.
Grazie a questo attento studio degli elementi astronomici, anche nel giorno più corto dell’anno, ovvero al solstizio d’inverno, l’ultimo raggio di sole del tramonto raggiungeva ogni angolo della città, e doveva essere così anche nella vicina Ercolano.
La città, ancora nel 79 d.C., conservava all’interno del suo impianto urbano questo schema antico di circa sette secoli. Le due diagonali tracciate dal solstizio, la prima che parte dal Tempio Dorico e attraversa obliquamente tutta la città, e la seconda che si riflette nell’impianto stradale, regolarono e scandirono lo spazio pubblico e privato fino alla tragica eruzione. Anche i culti e i rituali che si svolgevano nel Tempio Dorico dovevano adattarsi a questi elementi del calendario celeste.
Archeologia e astronomia, correttamente integrate, ci aiutano a ritrovare le leggi non scritte di questa antica sapienza.