Festa della Mela Annurca a Valle di Maddaloni: 3 giorni di stand, spettacoli e visite guidate
Ott 06, 2022 - Claudia Ausilio
Torna la Festa della Mela Annurca. Finalmente dopo due anni di pausa a causa del Covid, ritorna nell’incantevole scenario di Valle di Maddaloni, nel Casertano, nei giorni 28 29 30 ottobre 2022.
Festa della mela: il programma
Arrivata alla 28esima edizione è un evento diventato punto di riferimento imprescindibile nel panorama delle manifestazioni in Regione Campania. Tre giorni dedicati all’enogastronomia, alle tradizioni, alla storie ed alla cultura del comune di Valle di Maddaloni.
Presso gli stands eno-gastronomici allestiti nel centro storico del Paese sarà possibile degustare svariate pietanze a base di Mela Annurca sapientemente preparate dalle massaie vallesi. Ovviamente protagonista indiscussa della Sagra sarà la Mela Annurca.
Come sempre, a caratterizzare quest’edizione della “Festa della Mela”, ci saranno canti popolari, spettacoli in piazza, animazione per bambini, mostre ed esibizioni, visite guidate alle chiese, percorsi naturalistici di incomparabile bellezza presso l’Acquedotto Carolino e tanto altro ancora. Non mancherà inoltre l’intrattenimento musicale, con le performance fissate per le serate di venerdì, sabato e domenica
Domenica mattina in programma un raduno di auto e moto d’epoca.
La mela annurca, un toccasana
“Una mela al giorno toglie il medico di torno” recita un antico proverbio. Indubbiamente sono note le proprietà benefiche della mela, dalle capacità depurative a quelle diuretiche. Regola l’attività intestinale e sbianca i denti grazie al suo contenuto di acido ossalico. Ma tra tutte le mele, quella con più effetti positivi è la Mela Annurca o Melannurca. Alcuni ricercatori hanno infatti dimostrato che protegge lo stomaco dai radicali liberi e dai farmaci anti-infiammatori. Sembra quindi che da “frutto proibito”, la mela sia diventato un vero toccasana di cui non si può fare a meno.
Ma da dove nasce la Mela Annurca? La cosiddetta “Regina delle mele”, trae il nome da “Mala Orcula”. Per alcuni questo termine deriva dall’area che circonda il lago di Avezzano dove da millenni è coltivata. Secondo altri, poiché se ne parla per la prima volta nell’opera “Naturalia Historia” che Plinio il Vecchio, nato nel 23 d. C., scrisse prima di perire a Pompei, trae il nome dall’agro puteolano. “Orcula” deriverebbe, infatti, da Orco, oltretomba, inferi, con riferimento al lago d’Averno. Questa varietà di frutta, simbolo della Campania Felix, è nota da tempo immemorabile al punto che è presente in alcuni dipinti pompeiani e in quelli ritrovati negli scavi di Ercolano, in particolare nella Casa dei Cervi.