Il 14 settembre 1321, esattamente 700 anni fa, moriva Dante Alighieri. La Biblioteca Universitaria di Napoli celebra il Sommo Poeta con la mostra “Le celebrazioni per i centenari di Dante e i tesori danteschi della Biblioteca Universitaria di Napoli”.
La fama del padre della lingua italiana, oggi, è senza eguali: tutto il mondo, infatti, conosce e studia le sue opere; tutta Italia parla la sua lingua. Ma quando è stato effettivamente riconosciuto il prestigio poetico e linguistico del codificatore dell’italiano? Sin da subito l’operato letterario di Dante non è passato inosservato, ma la consacrazione del Sommo Poeta è avvenuta circa 500 anni dopo la sua scomparsa.
L’Ottocento fu un secolo significativo per la gloria di Dante Alighieri: in seguito alla Rivoluzione Francese, in Italia si respirava un’aria rivoluzionaria. Molti giovani, che erano soliti nominarsi tra loro fratelli, si battevano per l’unificazione nazionale e la creazione dell’Italia. I fratelli, definibili anche patrioti, avevano come unica fede quella della patria. Per ogni credo che si rispetti, anche se non puramente religioso, alla base ci sono dei testi sacri che professano i dettami della fede.
I testi sacri di coloro che sacrificavano le proprie vite per realizzare l’unità nazionale erano gli scritti di Dante Alighieri. I rivoluzionari individuavano in lui un poeta civile, ma soprattutto un profetico anticipatore dell’Italia unita che si accingeva a risorgere e a rivendicare la sua indipendenza. In effetti le ideologie espresse anni e anni addietro da Dante nei suoi scritti erano una vera e propria minaccia per chi voleva reprimere questi rivoluzionari. Proprio per questo le opere dantesche furono bandite e chiunque veniva trovato con un tale testo veniva arrestato e condannato a morte.
L’idolatria che ricevette dai patrioti fu maggiore e soprattutto priva di censure nel 1865 quando il sesto centenario della nascita poté essere finalmente celebrato nella cornice del nuovo Regno d’Italia: da allora il culto del sommo poeta come simbolo assoluto dell’italianità non conobbe cedimenti e limiti. In seguito, poi, la ricorrenza dei 600 anni dalla sua morte, celebrati nel 1921 in un’Italia uscita vittoriosa dalla Grande Guerra ma attraversata da un’ondata di conflittualità sociale e politica consistente, rappresentò l’apoteosi della glorificazione di Dante.
Proprio queste tappe celebrative, che segnano l’acquisizione presso i lettori della fama dantesca, sono alla base della mostra organizzata dalla Biblioteca Universitaria di Napoli. Per l’occasione, infatti, saranno visionabili “Le opere esposte si segnala un’elegante edizione della Divina Commedia datata 1819-1821, detta “Macchiavelliana” perché pubblicata da Filippo Macchiavelli e istoriata da 101 tavole in rame da Giovanni Macchiavelli; il Codice Cassinese della Divina Commedia, del 1865, per la prima volta letteralmente messo a stampa per cura dei monaci benedettini di Montecassino; il Codice Trivulziano 1080 della Divina Commedia riprodotto in eliocromia sotto gli auspici della sezione milanese della Società Dantesca Italiana nel sesto centenario della morte del Poeta, stampato a Milano nel 1921; l’Albo dantesco, edito per cura del bollettino Il VI Centenario dantesco di Ravenna” a Roma nel 1921; e infine, alcuni documenti e lettere autografe, parte del Fondo Imbriani della BUN, relative all’edificazione del monumento a Dante nella omonima piazza a Napoli”, come comunicato dalla stessa Biblioteca Universitaria.
Poi prosegue: “Accanto a testi e documenti che testimoniano le celebrazioni dantesche, si potranno ammirare alcune tra le edizioni a stampa più antiche e di pregio delle opere di Dante Alighieri possedute dalla Biblioteca Universitaria di Napoli, come la prima edizione napoletana della Divina Commedia, del 1477, di cui sono censiti solo 14 esemplari; la celebre edizione milanese della Commedia del 1477-78, dedicata a Guglielmo VIII Paleologo, marchese di Monferrato, altresì nota come Nidobeatina; la prima edizione fiorentina, del 1481, in 1125 copie, commentata da Cristoforo Landino con due incisioni di Baccio Baldini su disegno di Sandro Botticelli”.
La mostra sarà accessibile dal 15 settembre al 15 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:00 alle ore 14:30, previa prenotazione e con Green Pass. Per maggiori informazioni: bu-na.promozioneculturale@beniculturali.it e 0815517025.