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A Napoli la mostra sulle Brigantesse: le donne che difesero il Sud contro l’invasione sabauda

Che un tempo fosse difficile informarsi, ma soprattutto informare gli altri sulla vera storia del Brigantaggio e su quello che è successo durante il Risorgimento italiano ai danni del Sud, è cosa risaputa, così come è risaputo che negli ultimi anni grandi passi avanti sono stati fatti in tal senso. Tante le vie nelle città, soprattutto del Vesuviano, che si stanno riappropriando di nomi in onore di chi veramente ha voluto bene a Napoli ed al Sud, ritrovando quel senso di appartenenza alla storia, grazie ad un lavoro repentino e costante di associazioni, studiosi e pochi altri quotidiani come il nostro. Così poche settimane fa ci siamo ritrovati tutti a vedere Netflix con una una serie tv sul brigantaggio, fermandosi molto sulla visione proprio di chi ha perso la guerra d’invasione per l’Unità d’Italia e per nulla seguendo la versione della cosiddetta storiografia ufficiale. Anche in questo caso un’altra battaglia vinta.

Mostra sulle Brigantesse nella chiesa di Santa Maria Stella Maris

Si è aperta, invece, oggi 16 maggio dalle ore 16:00 e fino al 5 giugno 2024, la mostra di documenti e fotografie per raccontare la vera storia del Brigantaggio femminile, nella chiesa neogotica Santa Maria Stella Maris e San Biagio ai Caciolii, in Piazzetta del Grande Archivio al centro Storico di Napoli, una particolare esposizione curata dall’antropologo Domenico Scafoglio, sul fenomeno del Brigantaggio post unitario nel Sud Italia.

Mostra sulle Brigantesse nella chiesa di Santa Maria Stella Maris

La mostra che è una anteprima di una più articolata esposizione che si terrà poi in autunno, è incentrata sul ruolo delle Donne all’interno di un vasto movimento di lotta, soprattutto contadino, che tra il 1860 ed 1870 sconvolse il Sud Italia all’alba dell’Unità.

Luce sulla fine del Regno delle Due Sicilie

“Comunque lo si voglia chiamare: insorgenza, movimento legittimista, guerra civile, conflitto sociale, reazione alla modernizzazione, scontro di civiltà e così via, il Brigantaggio fu un evento tragico, che è costato alla società italiana, tra soldati, briganti e civili, molte decine di migliaia di morti, quasi tutti del Meridione” – è il prologo del recente libro “Brigantesse e briganti, le due metà della Banda” di Domenico Scafoglio e Simona De Luna. Esso affronta, in maniera scientifica e basata su fonti documentali “asettiche” nella loro stesura, il lungo periodo che dalla fine del Regno delle Due Sicilie impegnò decine di migliaia di soldati piemontesi contro un “esercito” popolare composto soprattutto di contadini o, comunque, di gente male armata e non avvezza alle strategie di guerra e che ancora oggi, in parte, resta avvolto dal silenzio nelle coperture del “segreto di Stato”.

Le Brigantesse su Netflix

In questa particolare mostra si affrontano le vicende di Donne di diversi strati sociali che si diedero alla macchia e che, in alcuni casi, divennero addirittura capi guerriglieri di un certo livello. Proprio storie che la recente serie Netflix ha portato all’attenzione di un grande pubblico con un successo forse inaspettato ma che affronta queste storie di Vita vissuta di Brigantesse come Michelina De Cesare, Filomena Pennacchio, “Ciccilla” e tante altre ancora meno conosciute, in maniera spesso troppo “fantasiosa” rispetto alla realtà storica che viene svelata in questa esposizione che resterà aperta fino al 5 giugno 2024.

Mostra sulle Brigantesse nella chiesa di Santa Maria Stella Maris

La figura femminile viene infatti analizzata in tutti i suoi aspetti, nell’ambito di una vita fatta di agguati, di scontri armati, di lotta e di ruberie, delineandone il ruolo ed anche il “potere” che queste Donne esercitavano sugli stessi compagni di banda, svelando aspetti che all’epoca era impossibile comprendere per chi le brigantesse le catturava e anche per chi poi le processava. Di questo e di altro ancora, giovedì 16 maggio alle ore 16, nella chiesa Stella Maris ne parleranno, il curatore della mostra, Domenico Scafoglio e Nino Daniele, già apprezzato Assessore alla Cultura del Comune di Napoli nelle passate legislature. La mostra è ad ingresso libero e gratuito tutti i giorni dalle 10 alle 18. Per ulteriori info consultare la pagina Facebook de “I Sedili di Napoli”

Emilio Caserta, giornalista e responsabile ufficio stampa istituzionale. Direttore de "L'Identitario - Quotidiano Indipendente", collaboratore di Vesuviolive ed altre testate giornalistiche locali e nazionali. E' Coordinatore giovanile Nazionale del Movimento Neoborbonico, laureato in Economia e Commercio e proprietario del sito e-commerce identitario www.bottega2sicilie.eu e socio fondatore del 'Caffè Identitario' a Napoli. Appassionato di storia di Napoli e Sud (in particolare dal periodo del Regno delle Due Sicilie a quello Risorgimentale Post-unitario), Attivista del "Comprasud" per la difesa dei prodotti e delle aziende presenti sul territorio meridionale dall'Abruzzo alla Sicilia, collabora con diverse associazioni di beneficenza territoriale.