Questa mattina, i cittadini di Napoli si sono svegliati sotto un cielo insolito, tinto di sfumature giallo-ocra, quasi surreali. Le auto parcheggiate, i balconi e persino i panni stesi si sono ricoperti di una sottile patina di polvere rossastra. Non si tratta di un evento apocalittico né di un’anomalia improvvisa, ma di un fenomeno naturale tanto affascinante quanto ricorrente: la sabbia del Sahara ha raggiunto la città, trasportata dai venti di scirocco che soffiano dal Nord Africa.
Una nube di sabbia del Sahara colora il cielo di Napoli
Il deserto del Sahara, il più grande deserto caldo del pianeta, è la fonte di questa polvere che, sollevata da intense correnti d’aria, attraversa il Mediterraneo per depositarsi a centinaia, a volte migliaia, di chilometri di distanza. A Napoli, il fenomeno è visibile soprattutto quando i venti meridionali, come lo scirocco, spingono le particelle fini verso il Sud Italia. Oggi, la città partenopea è avvolta da questa cappa di pulviscolo, che non solo altera il colore del cielo, ma lascia anche tracce tangibili sulle superfici esposte.
Secondo gli esperti, questo evento si verifica in media 2-3 volte all’anno in Italia, con picchi più frequenti in primavera ed estate. Le particelle, sospese nella troposfera, interagiscono con la luce solare, creando tonalità che possono variare dal giallo pallido all’arancione intenso. Quando la pioggia si unisce al fenomeno, la polvere si deposita al suolo, dando vita alla cosiddetta “pioggia rossa”, un effetto che i napoletani conoscono bene.
Impatti e curiosità
Se da un lato la sabbia del Sahara regala scenari suggestivi, dall’altro porta con sé alcune conseguenze. La qualità dell’aria può temporaneamente peggiorare a causa dell’aumento di polveri sottili (PM10 e PM2.5), rappresentando un rischio per chi soffre di problemi respiratori, come asma o allergie. I medici locali consigliano prudenza, soprattutto nelle giornate più intense, suggerendo di limitare l’esposizione all’aperto nelle ore centrali.
Eppure, non tutto è negativo. La polvere sahariana è ricca di minerali, come ferro e fosforo, che possono fertilizzare il suolo e persino gli ecosistemi marini. È un fenomeno che dimostra quanto il nostro pianeta sia interconnesso: la stessa sabbia che oggi ricopre Napoli potrebbe, in altri contesti, nutrire la foresta amazzonica o favorire la crescita del fitoplancton nell’Atlantico.
Le previsioni meteo
Le previsioni indicano che il fenomeno potrebbe attenuarsi nei prossimi giorni, ed in particolare entro venerdì 28 marzo, con l’arrivo di venti diversi che spazzeranno via il pulviscolo dall’atmosfera. Tuttavia, la frequenza di questi eventi sembra essere in aumento negli ultimi anni, un segnale che alcuni studiosi collegano ai cambiamenti nei modelli climatici e all’intensificazione delle tempeste di sabbia nel Sahara. Sebbene non sia direttamente legato al riscaldamento globale, il trasporto di polvere sahariana resta un promemoria della complessità del nostro sistema atmosferico.