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Angela Carini si scusa con Khelif: “Mi si è bloccato tutto. Le polemiche hanno fatto male a entrambe”

Sono passate ormai più di 24 ore dal combattimento che ha visto sul ring Angela Carini e Imane Khelif, ma l’argomento continua a tenere non solo in Italia ed Algeria, i Paesi di provenienza delle due atlete, ma in tutto il mondo. Un vero e proprio caso internazionale, destinato certamente a portare ad una riflessione, soprattutto per giungere a regole chiare e condivise da tutti. Solo così si può evitare che gli sportivi e le sportive vengano strumentalizzati per altri fini che con i valori dello sport non hanno nulla a che fare.

Angela Carini si scusa con Imane Khelif

A mente fredda la pugile napoletana si è scusata con l’avversaria per non averla salutata, nonostante Khelif più di una volta si sia avvicinata a lei per consolarla. Carini ha rilasciato un’intervista al programma “Agorà Estate” su Rai 3, dove ha parlato dell’accaduto e delle sue motivazioni.

“Non l’ho salutata perché non mi sono mai arresa sul ring – ha affermato Angela Carini – Combatto da quando avevo 12 anni e, quando mi sono arresa, è stato perché sentivo di doverlo fare. Questa volta non sono riuscita a combattere e mi si è bloccato tutto. Non sono in posizione di giudicare. Ho fatto il mio dovere come pugile e ho combattuto. Ho il massimo rispetto per la mia avversaria e mi dispiace per le polemiche. I commenti negativi hanno fatto male a entrambe. Non siamo robot, siamo esseri umani. Khelif avrà sempre il mio rispetto”.

“Mi sono sentita vicina alla mia avversaria”

Carini ha spiegato il motivo per cui ha deciso di abbandonare il ring dopo soli 45 secondi: Ho ricevuto un colpo fortissimo e non me la sono sentita di continuare il match. Ho avuto un problema con il casco e, dopo un incrocio di colpi, ho avuto un momento di vuoto e mi sono sentita malissimo sul ring”.

La pugile partenopea ha anche condiviso i suoi pensieri su Imane Khelif: Mi sono sentita vicina alla mia avversaria. Siamo entrambe persone e atlete che stanno vivendo il sogno olimpico, che rappresenta l’apice della nostra carriera. Non ho mai giudicato nessuno e non sono qui per farlo. Per me, Khelif era solo un’avversaria”.