“Cross di Corradini, palla respinta fuori dall’area di rigore bianconera che viene però raccolta da Careca, scatto del brasiliano sulla corsia destra, supera un giocatore, penetra in area di rigore. Cross al centro e… GOAL! Ha segnato Renica. Il Napoli si porta sul 3-0″.
Anneville-sur-Mer è un comune francese situato nel dipartimento della Manica nella regione della bassa Normandia che conta solo 240 abitanti. Di primo acchito sembrerebbe un paesello come molti. Eppure la sua fama esso lo deve per essere la città natale di uno dei calciatori più amati di tutta la storia partenopea. Il 15 settembre del 1962 infatti vi nacque Alessandro Renica, il difensore goleador.
L’italo-francese inizia la sua carriera da calciatore nel Golosine di Verona prima di trasferirsi al Lanerossi Vicenza con cui giocherà tre stagioni tra il ’79 e l’82 assaggiando il rettangolo verde in sole 16 occasioni. Nella stagione ’82-’83, viene acquistato dalla neopromossa Sampdoria. E’ in blucerchiato che segnerà il suo primo gol da professionista nel match contro l’Hellas il 15 gennaio del 1983. Nonostante la vittoria della Coppa Italia nell’85, Renica decide di lasciare il club ligure per via di alcune divergenze con l’allora allenatore Bersellini che gli preferì un tale Luca Pellegrini nel ruolo di libero.
Voluto fortemente dal dirigente Italo Allodi, passa al Napoli dove diviene subito un titolare inamovibile del blocco difensivo azzurro. Nell’anno del primo scudetto azzurro, il difensore colleziona 29 presenze con un gol dando vita, insieme a Beppe Bruscolotti, ad una coppia di centrali irripetibile. Nel 1989, anno della vittoria della Coppa Uefa, entra indelebilmente nel cuore di tutti i napoletani per un gol segnato nel ritorno dei quarti di finale della competizione europea contro la tanto odiata Juventus. Era, pensate un po’, il 15 marzo. Un numero, il 15, che a Sandro ha sempre portato bene. L’andata si era conclusa per 2-0 in favore dei bianconeri.
Serviva dunque un’impresa. Alla fine della prima frazione di gioco però, gli azzurri avevano già recuperato il doppio svantaggio con le reti di Maradona su rigore e di Carnevale che pesca il jolly da fuori area rimettendo la situazione in perfetto equilibrio. La squadra di Bianchi non riesce tuttavia nella ‘rimonta perfetta’ concludendo così i tempi regolamentari. Si giunge ai supplementari. E quando tutto faceva pensare che il doppio confronto si sarebbe deciso dagli undici metri, ecco arrivare il ‘miracolo’. Minuto 119′, cross di Carnevale e colpo di testa di Renica per la rete del 3-0 che qualificò il Napoli alla semifinale del torneo che alla fine portò a casa. Nell’anno successivo (quello del secondo scudetto) il difensore si infortuna arrivando a giocare poche partite. Dopo 6 anni all’ombra del Vesuvio (136 partite e 10 gol), si trasferisce al Verona dove giocherà altri 2 anni prima di ritirarsi. Nel ’97 inizierà anche una carriera da allenatore senza però ottenere molto successo trattandosi solo di squadre dilettantistiche.
“Sono innamorato di questa città. Il mio gol alla Juve ha creato un terremoto, non ho mai sentito un boato simile in tutta la mia vita. Fu una partita storica: tra lo stadio e fuori c’erano circa 130mila persone. Lo scudetto qui è unico, sono emozioni che non si possono provare da nessuna parte. Solo chi ha vissuto questi momenti può capire. Napoli resterà per sempre nel mio cuore”. Quando un forestiero viene al al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte. Tanti auguri Alessandro!