Brexit, come cambia il calciomercato e perché è un vantaggio per il Napoli
Giu 28, 2016 - Emanuele Gallifuoco
Come cambierà lo scenario del mercato europeo dopo il “Brexit”, l’uscita dall’Unione Europea da parte della Gran Bretagna? Analizziamo insieme la situazione: già prima del referendum i rappresentanti del calcio inglese, su tutti David Beckham, si erano schierati per rimanere nella UE, poiché già immaginavano le terribili ripercussioni sul mondo del calcio inglese.
Prima fra tutte la svalutazione della sterlina inglese rispetto all’euro e al dollaro americano che apre interessanti scenari di mercato per i club europei: il potere d’acquisto dei club di Premier League è calato, mentre è aumentato quello dei club europei, ciò vuol dire che sarà più semplice acquistare calciatori del campionato inglese mentre quest’ultimi dovranno spendere di più per potenziarsi. E questa è un’ottima notizia per club come il Calcio Napoli che deve proteggere Gonzalo Higuain dalla corte di Chelsea e Manchester United, o per la Juventus che ha vari club di Premier League interessati a Paul Pogba. Infatti, per quei club che vorranno pagare la clausola rescissoria di Higuain, ad esempio, dovranno spendere molto di più a seguito della svalutazione della sterlina inglese nei confronti dell’euro.
Tra le questioni da affrontare c’è anche quella relativa ai permessi di soggiorno dei calciatori: attualmente in Premier il 65% degli atleti non proviene dal Regno Unito e se non si troveranno accordi con l’Unione Europea riguardo alla libera circolazione dei lavoratori c’è il rischio che saranno considerati tutti extra-comunitari.
Attualmente su 161 “stranieri” solo 50 otterrebbero il permesso di lavoro, e tra gli esclusi ci sarebbero nomi eccellenti come gli spagnoli David De Gea, Cesar Azpilicueta, Jesus Navas e Juan Mata e i francesi Anthony Martial, Dimitri Payet, Kurt Zouma e Samir Nasri. In fine un’altra limitazione per il calcio d’oltremanica sarebbe legata all’acquisto di giocatori al di sotto dei 18 anni, operazione vietata dalla FIFA ma non dalla UEFA, e che non consentirebbe più ai club di Premier League di accaparrarsi i migliori talenti del calcio mondiale.