Per alcuni è la morte del calcio, per altri una vera rivoluzione. Il mondo dello sport è diviso sulla SuperLega, la nuova competizione europea fondata da 12 club (6 inglesi, 3 spagnoli e 3 italiane) che ha lanciato il guanto di sfida alla Uefa. Una nuova formula che per alcuni non rispecchia i meriti sportivi essendo le squadre fondatrici qualificate a tavolino, inoltre gli introiti pubblicitari sarebbero divisi tra club giù di per sé ricchi, arricchendoli ancora di più.
Sulla SuperLega si è espresso anche l’ex attaccante del Napoli, Cristiano Lucarelli. In un post su Facebook, l’attuale allenatorice della Ternana ha detto:
““SUPERTRUFFA” é il nome giusto per l’ultima trovata degli avidi del pallone! Ennesima coltellata agli amanti del CALCIO popolare fatto di sudore, passione, campi fangosi, sacrifici, sogni ecc…. Un’idea cervellotica che ancora una volta non premia la meritocrazia sportiva sul campo”.
Per avvalorare la sua tesi, Lucarelli ricorda Maradona e un momento magico che gli ha segnato la vita:
“Ho un ricordo della mia infanzia che rimane incancellabile, ancora oggi a pensarci mi vengono i brividi. Era il 26/08/1986 e grazie al regolamento COPPA ITALIA di allora (non quella ridicola di oggi che manda in finale sempre le stesse squadre) a Livorno andò in scena LIVORNO NAPOLI 0-2, con la possibilità di ammirare dal vivo e non più dalla TV il più grande ed unico calciatore al mondo DIEGO ARMANDO MARADONA. Fu l’argomento estivo e di molto altro tempo dopo di tutti noi ragazzini (e non solo) che sognavamo di diventare calciatori. Quel giorno credo ci fossero più di 30.000 persone assiepate come sardine, uomini, donne, vecchi e bambini. Fu un’evento straordinario”.
Ma il calcio di allora è ormai solo un ricordo:
“Poi il lento declino… Negli ultimi anni tutte le partite della Coppa Italia si giocano in stadi desolatamente vuoti, anche prima del COVID-19, tranne la finale di Roma. Aver sempre abbassato la testa davanti ai grandi club (uno dei miei club per cui tifavo da bambino sembrerebbe farne parte) non ha aiutato né il calcio nostrano né quello europeo, perché gli squali più mangiano e più che gli viene fame. A prescindere dall’esito o meno di questo schiaffo ai romantici del calcio, tifosi di ogni squadra, dovranno essere ripristinati i termini di un calcio che appassioni i tifosi e che li riporti a riempire gli stadi e non a riempire le tasche degli squali!!! Il calcio é stato, é, e sarà sempre dei tifosi!!”