A poche ore dall’interrogatorio di Leopoldo Luque, il neurochirurgo a capo dell’equipe medica di Maradona, il legale di Dieguito, l’ultimo figlio del fuoriclasse argentino, ha chiesto alla magistratura di San Isidro una richiesta di “arresto immediato” nei suoi confronti e di altri tre medici: la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Diaz e la coordinatrice sanitaria Nancy Forlini.
La posizione di Luque e degli altri sei imputati si complica sempre di più. La condanna andrebbe dagli 8 ai 25 anni di reclusione. “Maradona ha perso la vita a causa dello stato di abbandono in cui è stato costretto da parte degli imputati, i quali hanno consapevolmente insistito nella somministrazione di trattamenti nocivi per il paziente. I suddetti imputati – dice la motivazione allegata alla richiesta di arresto – hanno inoltre ostacolato e impedito l’intervento di familiari o altri specialisti che avrebbero potuto scongiurare il decesso”.
“E’ evidente – sostiene l’avvocato di Dieguito Baudry – che il signor Maradona è stato prima privato di tutti i suoi beni, dei suoi marchi e persino del proprio nome e, successivamente, è stato lasciato a se stesso, mettendo professionisti che non avevano l’esperienza e le conoscenze sufficienti per curarlo, effettuando manovre che impedivano di avvicinarlo alla sua famiglia e ad altri professionisti che potevano curarlo. Gli fornivano droghe legali e illegali per aggravare le sue condizioni di salute, cercando di provocare un morte che sembrava naturale. Morto Maradona, l’unica cosa che aveva valore erano i suoi diritti di immagine e il marchio che, sorprendentemente, non aveva più né potevano essere trasmessi ai suoi eredi, poiché, secondo gli atti dei documenti, questi diritti erano a nome di una società che è composta da quelle persone che avrebbero dovuto prendersi cura di lui e non lo hanno fatto”.