Gli ultras responsabili degli scontri tornano in libertà, ma a tutti gli altri saranno vietate le trasferte. È questa la soluzione cui si sta andando incontro dopo la scarcerazione di due ultras della Roma e le contestuali parole del Ministro Piantedosi che ha annunciato “direttive di particolare rigore”. La sensazione è proprio quella di una sorta di punizione esemplare collettiva.
Il giudice di Roma non ha convalidato l’arresto l’arresto dei primi due ultras della Roma arrestati il 9 gennaio, non riconoscendo la necessità dell’arresto in differita. Con la stessa modalità la Digos aveva arrestato un altro ultras giallorosso e un ultras del Napoli per i quali, a questo punto, si prospetta altresì la messa in libertà. Dovranno affrontare ad ogni modo un procedimento davanti al Tribunale di Arezzo.
Oggi potrebbe essere una giornata cruciale per quanto riguarda la gestione degli eventi sportivi in Italia. Ogni mercoledì si riunisce l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che potrebbe imporre un generale divieto di trasferta. “L’attuale quadro normativo consente già di sospendere le trasferte e io stesso, in qualità di prefetto, ho preso decisioni analoghe per tifoserie ritenute pericolose – ha affermato Piantedosi – “verranno date direttive di particolare rigore ispirate alla massima precauzione”.
L’Osservatorio il 4 gennaio scorso ha già definito che la partita Napoli-Juventus del 13 gennaio presenta elevati profili di rischio. Una decisione che ha comportato la vendita dei biglietti nel settore ospiti solo ai tifosi sottoscrittori di un programma di fedeltà della Juventus. Alla luce degli avvenimenti potrebbe decidere di chiudere del tutto il settore ospiti, non solo quello dello stadio Maradona e non solo per un turno di campionato.
Il Ministro dell’Interno ha comunque riconosciuto che “Probabilmente molto è stato fatto in questi anni. Sempre meno succedono incidenti negli stadi. Quanto è accaduto dimostra che per compiere fatti violenti si danno appuntamento lontano dagli stadi. Ne terremo conto, anche se costa tantissimo allo Stato seguire e predisporre misure di prevenzione lungo i percorsi”.