Filippo Tortora a Turris Live: “Sono certo dei play-off. La piazza merita grandi palcoscenici”
Ott 18, 2023 - Michele Massa
Pippo Tortora a Turris Live
Durante la settima puntata di Turris Live di ieri sera (il programma di Vesuvio Live dedicato al mondo corallino che va in onda ogni lunedì alle ore 21:00 sui nostri canali social), tra i vari ospiti che ci hanno raggiunto in trasmissione c’era lo storico bomber della Turris, Filippo Tortora.
Filippo Tortora è stato uno degli attaccanti più rappresentativi della Turris dagli anni 2000 in poi. Il bomber di Angri ha vestito la maglia corallina nella stagione 2008/09 siglando 18 reti in 31 partite in un campionato chiuso dalla squadra di Torre del Greco con la beffa del play-off mancato, per il famoso punto ridato all’Ischia a campionato finito e che fece uscire la Turris dalla fase finale senza manco giocarla. Ora Filippo gestisce un centro scommesse nel Beneventano ma si tiene attaccato e in costante aggiornamento con la piazza di Torre del Greco.
Filippo Tortora a Turris Live
Filippo Tortora apre la chiacchierata con noi a Turris Live parlando della squadra di Bruno Caneo, spiegando il suo punto di vista: “Ho visto una squadra viva, i problemi li hanno tutte le squadre. La dimostrazione è segnare al 98′ dopo aver preso gol al 95′, quando dopo aver subito quella rimonta dovresti crollare e invece i corallini hanno tenuto testa ed hanno reagito subito. Il DNA della Turris è quello di non mollare mai, è una squadra spettacolare e segna tanti gol e indubbiamente per il derby di sabato è una grande botta di morale”.
Il commento su Bruno Caneo e sui lavori per perfezionare la squadra: “Io credo che Caneo sia un tecnico molto preparato, anche a Padova lo ha dimostrato nonostante l’esonero. Poi c’è un gruppo che per molti elementi è nuovo quindi sta facendo ancora capire bene il suo credo. E’ difficile vedere una squadra in Lega Pro che gioca così bene a calcio nonostante prenda qualche gol di troppo, ma che dipende dall’assetto generale della squadra su cui Caneo starà sicuramente lavorando. Trovata la quadra si leveranno tante soddisfazioni. Poi Torre del Greco è una grandissima piazza e la Serie C è il minimo per loro, è normale sognare traguardi più grandi però deve avvenire tutto con calma.
Il momento dei corallini e quello di Riccardo Maniero
Il commento di Pippo sul momento della Turris e sulle accuse delle settimane scorse riguardante lo stato mentale di alcuni calciatori dopo le prime vittorie: “Io ho sempre pensato che a volte un paio di sconfitte ti aiutano a fare risultati migliori dopo perché danno equilibrio. Però non posso paragonare alla Turris perché non credo che calciatori come Maniero o Giannone si esaltino alla prima vittoria perché sono abituati a grandi campionati. Ma ripeto un paio di sconfitte alcune volte ti aiutano a ragionare, per capire gli errori e ti rilanciano”.
Sulla situazione di Riccardo Maniero, dove il gol manca dalla seconda giornata: “Quando manca il gol è brutto perché l’attaccante deve farli, però è bello anche quando giochi bene sacrificandoti, lottando sei comunque soddisfatto però quando non segni in un periodo le vittorie sono belle ma internamente sei arrabbiato perché vorresti segnare. Io personalmente questi momenti li ho superati sempre stando tranquillo capitavano periodi in cui davvero non riuscivo a segnare e poi altri dove in poche giornate la palla entrava in ogni modo, sono periodi che si vivono, Maniero per me deve stare tranquillo e continuare a lottare perché i gol arriveranno e sono sicuro”.
Il ricordo di Pippo Tortora del suo anno alla Turris
Filippo ci parla della sua stagione alla Turris partendo dalla “scaramanzia” di non dire mai il vero obiettivo stagionale: “Si dice anche per scaramanzia, però a volte può essere una cosa buona. Dire che punti a vincere ti può dare carica. Con qualche presidente o nello spogliatoio ogni tanto ce lo diciamo che puntiamo a vincere, però fuori diciamo l’opposto, che ci accontentiamo etc, ma dentro sappiamo altro. Quell’anno mio alla Turris non eravamo tra i favoriti, puntavamo a fare i play-off che poi non facemmo per quella situazione creata con l’Ischia, in quel caso non pensavamo a vincere anche perché c’erano grandi squadre come Brindisi e Nocerina. Però poi sul campo facemmo un grande campionato”.
“Il sogno era portare la piazza in C e poi menomale qualche anno dopo ce l’hanno fatta, però il sogno di portare Torre in C era spettacolare, noi ci abbiamo provato in tutti i modi nonostante i grandi avversari. Il pubblico di Torre è eccezionale, ci seguiva ovunque e ai miei tempi parlavamo di Serie D. Il gol che più ricordo è quello contro la Nocerina e poi in quella partita venni pure espulso per un doppio giallo stupido”.
Il retroscena sui calci di rigore: “I rigori? Non li sapevo tirare, ero il classico che non sapeva proprio calciarli, un paio all’anno me li lasciavano, e riuscivo a segnarli tra tiri sporchi, sassate centrali però non era la mia abilità. I rigori non sono facili, sembrano ma non lo sono, io ammetto che non sapevo batterli. Poi se stavamo sul 3-0 me li facevano battere”.
Un calcio che non riparte, Filippo ci narra le difficoltà ricordando i suoi periodi nelle giovanili
La questione settore giovanile è sempre stata uno dei punti chiave su cui si basano le colpe del “fallimento” degli ultimi anni del calcio italiano. Filippo Tortora prova a confrontare i settori giovanili dei suoi tempi narrandoci la sua storia: “Io ho fatto la primavera con la Reggina con campioni del calibro di Perrotta, Cirillo, Belardi, Peccarisi, Morabito, Morfù, Monticciolo. Tutti giocatori che hanno giocato tra Serie A e B ad altissimo livello poi altri come me che hanno vissuto tra C e D. Poi anche gli allievi io li ho fatti a Modena con Luca Toni. Sì all’epoca i settori giovanili erano molto più curati, sembra ci sia paura a far esordire questi giocatori. Alla Reggina molti di noi venivano lanciati in prima squadra senza paure al contrario di ora”.
“Oggi vedi molti giovani mandati in Serie C altri in D, una cosa che secondo me è sbagliatissima. Per me queste squadre U23 non sono un grande esperimento, lo stesso questi calciatori vengono mandati in C. Però se lo fanno squadre come Juventus ed Atalanta vuol dire che sono stati fatti studi dietro che attestano che questi progetti funzionano”.
“Naturalmente non tutti quelli che giocano in Primavera possono giocare in Serie A o B ma almeno i più talentuosi meritano una chance. Però se mi parli di settore giovanile io riparto dai bambini, credo che bisognerebbe riformare tutto, ne ho viste di cotte e di crude, una catena infinita disastrata. Anche il non giocare più per strada è un fattore, noi siamo cresciuti in un altro modo. Ora creiamo dei robot e si vede che di talenti ce ne sono pochi, manca forse la parte intelligenza tecnica, i grandi campioni sono usciti partendo con il giocare per strada, in spiaggia, erano altri tempi evidentemente”.
Il commento sul Girone C di Serie C tra sorprese e certezze
Prima di salutarci, Pippo ci ha detto la sua sul girone C, indicando le favorite e le sorprese: “Come organico il Benevento c’è però deve trovare la quadra giusta, ha calciatori come Improta, Ciano Canfora, Ciciretti, quindi se trovano la via giusta possono dire la loro. L’Avellino anche è in netta ripresa, la Turris può fare un ottimo campionato, se vedi la rosa è di tutto rispetto con grandi giocatori come Giannone, D’Auria, Maniero quindi secondo me può fare bene e credo che i play-off li farà sicuramente, non so dire a che posizione ma sono convinto che li raggiungerà. Poi non vedo un grande girone, è molto più equilibrato però secondo me la Turris può fare tanto”.