Vincenzo Marinacci si commuove a Turris Live: “Torre la porterò nel cuore fino alla morte”
Nov 21, 2023 - Michele Massa
Vincenzo Marinacci a Turris Live
Durante la dodicesima puntata di Turris Live (il programma di Vesuvio Live dedicato al mondo corallino presentato da Michele Massa e Stefano Esposito e che va in onda ogni lunedì alle ore 20:30 sui canali social), tra gli ospiti della trasmissione c’era anche lo storico portieri dei corallini Vincenzo Marinacci. Capitano e protagonista dell’impresa storica di Nardò, l’attuale preparatore dei portieri del Taranto ha raccontato i suoi momenti con la maglia della Turris tra commozione e splendidi ricordi.
Le parole di Vincenzo Marinacci a Turris Live
Con Marinacci apriamo l’intervista commentando la partita di sabato scorso tra Catania e Turris: “La Turris a Catania è stata sfortunata. Non riesco a capire come sia possibile arrivare da 5 minuti a 7 minuti e 50 secondi. Io questo non lo capisco, va bene un minuto ma non quasi tre. Io la partita la stavo guardando, la Turris ha preso gol a 7 minuti e 40 secondi. I corallini hanno fatto bella figura, ricordiamo che lì c’erano venti mila persone e fare risultato a Catania in un periodo di crisi significava tanto. Mi dispiace perché perderla per un gol del genere fa rabbia”.
Sul momento dei corallini: “Parliamo di una squadra in un periodo particolare. Era partita benissimo, poi probabilmente si è fatto un errore. Quando una squadra parte in quella maniera tutti si aspettano qualcosa di più. Poi c’è stato un calo psicofisico normale come capitato a tutte. Quando la Turris è venuta a Taranto, non mi sento di dare colpe ai corallini ma bensì di sottolineare la prestazione dei nostri che hanno fatto una partita spettacolare”.
“Però devo dire che la Turris ha un’ottima squadra, allenata da un ottimo allenatore, con un grande staff che sono delle persone molto preparate e posso dirlo con certezza perché le conosco. Ma lo sappiamo nel calcio ci sono alti e bassi. Io quello che posso dire è che Caneo è pur sempre il tecnico che due anni fa ha portato la Turris ai play-off. E’ palese che la squadra sta passando un momento psicofisico complicato e voglio direi ai tifosi che è il momento di stare affianco alla squadra”.
L’avventura di Marinacci a Taranto con Eziolino Capuano
Attualmente l’ex corallino è nello staff tecnico di Eziolino Capuano: “Io ho la fortuna di stare con uno dei migliori allenatori in Italia, Eziolino Capuano. Che per me è uno dei più preparati che ho mai incontrato in carriera. E’ una persona che prepara la partita dal martedì alla domenica, noi sappiamo anche cosa indossa il magazziniere cosa indossa e anche gli avversari, li studiamo sotto ogni aspetto possibile. Lui poi capisce perfettamente i difetti di ogni squadra. Per esempio la Turris sapevamo che dovevamo attaccare sui braccetti di difesa che salivano moltissimo palla a piede. Poi ripeto ogni allenatore ha un suo modo di pensare calcisticamente”.
Il ricordo di Nardò
Come Giacomo Galli, anche Vincenzo Marinacci è uno degli uomini di quella storica salvezza nel 2-2 di Nardò. Queste le sue parole su quel pazzo pomeriggio: “Diciamo che non è mai successa una cosa del genere, anzi quel video lo tengo ancora per ricordare quella partita. Fu una sfida strana. Il primo gol era un rigore per un fallo per un ginocchio alzato. Poi riuscimmo a pareggiare con Giacomo Galli e nel secondo tempo il Nardò si riversò in massa in avanti. In quella partita sono stato tra i migliori in campo perché salvai un bel po’ di gol. A cinque minuti dalla fine poi il caos, erano tutti in campo, anche i tifosi. Dopo il triplice fischio per tornare negli spogliatoi dovevamo passare per i tifosi di casa che ti davano schiaffi e pugni e lì presi un paio di schiaffi”.
“Tornati nello spogliatoio, i miei compagni erano dentro a festeggiare mentre io ero rimasto fuori per terra perché scivolai con dieci persone attorno e lì non si capii più nulla tra pugni e calci. Nel mentre i miei compagni capirono che stava succedendo qualcosa e corsero tutti fuori. Quella salvezza mi ha dato tanto. La cosa più brutta però devo dirla, io in 60 partite ho sempre fatto grandi sfide diventando spesso il migliore in campo ma una vola presi un gol contro il Santa Anastasia, un mezzo gol con l’erba che rese difficile la parata e qualcuno già mi accusò di essermi venduto la partita, ma io non mi sono mai venduto”.
“Posso essere un uomo non milionario come quelli della Serie A, ma io sono uomo con la U maiuscola, e avere dignità è meglio di avere i soldi. Io non mi sono mai venduto nella vita e mai lo farò. Però devo dire che il popolo corallino mi ha dato tanto. Mi ha fatto sentire grande e devo solo dire grazie a tutti quelli che hanno fatto parte di quella esperienza”.
Il toccante ricordo
Marinacci, simbolo della Turris di quelle stagioni, racconta il retroscena e l’offerta dell’Avellino mai accettata: “Ma il mio ricordo è soprattutto per Adriano Lombardo che è stata una persona speciale. Non tutti sanno chi sono, ma il secondo anno mi chiamò l’ex presidente dell’Avellino e mi voleva lì con tre anni di contratto a 600 milioni di lire quando a Torre ne prendevo solo 120. Quando lo dissi a Lombardo, spiegando che l’Avellino mi aveva chiamato lui mi disse che ero libero di fare ciò che volevo ma se mi chiedevano chi prendere tra Buffon e Marinacci prenderei sempre Marinacci”.
“Quelle parole furono importanti. Chiamai il presidente dell’Avellino ringraziandolo ma rifiutando l’offerta e sono rimasto a Torre del Greco. Questa cosa posso raccontarla con grande orgoglio e sono felice di ciò. Questo è il calcio, quello che ti lascia è la felicità. Quando tu ami quello che fai e ami quella maglia, te la porti fino alla fine. La Turris la porterò fino alla morte nel cuore. Sono stati 4 anni vissuti benissimo ma soprattutto un ricordo bellissimo. Ero anche il capitano e quando diventi capitano a Torre significa aver raggiunto il massimo della considerazione di città, allenatore e società”.