Inter, perché è iscritta al campionato con 800 milioni di debiti: la “scappatoia” che favorisce le grandi

Giuseppe Marotta. Foto: FC Inter, sito ufficiale


In tempo di calciomercato è d’uso fare i conti in tasca alle società di calcio, specialmente quelle che nonostante il blasone e le vittorie nei tornei non riescono ad acquistare giocatori di un certo livello a causa dei problemi finanziari. Tra queste c’è l’Inter fresca campione d’Italia con ben 800 milioni di euro di debiti che, nonostante ciò, ha avuto tranquillamente il via libera per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie A.

Perché l’Inter è iscritta alla Serie A nonostante i debiti

Esistono squadre che, per debiti infinitamente minori, non vengono ammesse ai rispettivi campionati e falliscono. Altre invece non vengono sanzionate, eppure i bilanci sono ben più preoccupanti, almeno a guardare le cifre in valore assoluto. In realtà a contare, secondo la Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche), sono situazioni e parametri specifici.

I club professionistici di Serie A, Serie B e Serie C per iscriversi alla stagione 2024/2025 hanno dovuto rendere conto di precisi criteri legali, economici e finanziari (oltre che infrastrutturali e organizzativi). Quelli che ci interessano in questa sede sono i primi tre, con della documentazione da presentare entro determinate scadenze che quest’anno sono state il 30 aprile, il 31 maggio e il 4 giugno per non incorrere in multe, penalità e sanzioni varie.

Quando l’iscrizione al campionato è a rischio

Il pericolo per la mancata iscrizione al campionato sorge quando non vengono rispettati i termini di pagamento dei debiti scaduti, in particolare:

– i debiti scaduti al 30 aprile 2024 nei confronti della FIGC, delle Leghe e di società affiliate alla FIGC e di quelli scaduti al 28 febbraio 2024 nei confronti di società estere;
– gli stipendi fino alla mensilità di aprile 2024 a tesserati, dipendenti, collaboratori addetti al settore sportivo e professionisti assoggettati ad IVA, compresi incentivi all’esodo;
– le ritenute Irpef sugli emolumenti dovuti fino alla mensilità di marzo 2024, dei contributi Inps e del Fondo Fine Carriera dovuti fino alla mensilità di aprile 2024, dei tributi IRES, IRAP e IVA riferiti ai periodi di imposta terminati entro il 31 dicembre degli anni che vanno dal 2017 al 2022 e delle liquidazioni periodiche IVA relative ai primi tre trimestri del 2023.

È obbligatorio infine depositare l’ultimo bilancio corredato dalla relazione della società di revisione. Quello che rileva ai fini dell’iscrizione al campionato non è perciò l’ammontare dei debiti in sé stesso, ma la capacità delle società di onorarli e rispettare le scadenze. In due parole, la sostenibilità e la solvibilità. Finché un club ha la forza di fronteggiare gli impegni finanziari assunti non ha motivo di preoccuparsi. È proprio il caso dell’Inter.

La scappatoia favorisce le squadre più ricche

Un principio che ovviamente pone un problema di concorrenza, specialmente nel caso di società che possono contare su una liquidità sulla carta infinita, come quelle possedute dagli arabi. A mettere una pezza è la Uefa con le regole del Fair Play finanziario, norme che tuttavia vengono puntualmente aggirate grazie a scappatoie. Insomma, il percorso verso la virtuosità nel calcio è ancora lungo, con le piccole che molto più facilmente possono ricorrere in sanzioni nonostante la relativa esiguità delle somme in ballo.


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