“Non vendiamo il libro di Schettino”: da Livorno la libreria che chiede rispetto per le vittime
Lug 05, 2015 - Emanuela Mastrocinque
Dopo le polemiche che hanno accompagnato l’uscita del suo libro, Francesco Schettino e la sua fatica letteraria tornano sui giornali grazie alla tenacia e al coraggio di una libreria di Livorno, che non ha voluto esporre il prodotto sui propri scaffali. Una scelta etica, dice Cristina Ricci, titolare dell’esercizio commerciale, che ha fermamente ribadito di non volersi “rendere complice della giustificazione di un uomo che ha causato la morte di trentadue persone“.
Esige rispetto, Cristina, per quella tragedia causata dalla superficialità e dall’inettitudine umana. Sulle vetrine della libreria Cristina ha voluto perfino mettere un cartello che comunicasse ai clienti l’assoluta volontà di non aderire ad un’operazione ritenuta ingiusta e irrispettosa.
La libraia sceglie di rinunciare così ad ogni introito di quello che è stato definito un sicuro successo commerciale. “Sarebbe bello se ogni libreria indipendente si assumesse la responsabilità di non vendere il libro di Schettino come abbiamo fatto noi -dice la signora Ricci- magari a partire da quelle di Livorno, sarebbe un segnale di solidarietà alle famiglie delle vittime”.
Un attacco anche ai tanti lettori che, come spesso accade, si lasciano trascinare da una curiosità insana e pericolosa: “Intorno a queste tragedie spesso nasce una curiosità morbosa. Noi diciamo no ad un guadagno fondato sulla morbosità nei confronti di una tragedia”.