Audio. Strage di Secondigliano: le agghiaccianti telefonate tra il killer e un agente

Arresto di Giulio Murolo


Giulio Murolo, l’autore della strage di Secondigliano avvenuta lo scorso 15 maggio, dopo aver ucciso il fratello e la moglie per poi ferire ed uccidere alcuni passanti aveva chiamato il centralino della Questura.

Quella chiamata inedita tra l’assassino ed un agente è stata pubblicata dal Mattino. Murolo si presenta, piange, è disperato e non fa altro che minacciare di far saltare in aria tutto sparando in una bombola che avrebbe potuto causare altre innocenti vittime: “Sono quello che sta sparando a Secondigliano e ho intenzione di arrendermi”.

Come riportato dal Mattino, l’agente, Michele, si rende conto della situazione e cerca di tenere tutto sotto controllo: “Giulio, mi chiamo Michele, voglio dirti che la vita va avanti sempre e comunque. Quello che è fatto è fatto, vai avanti e credi nella vita. Ma hai ancora il fucile in mano?”.

Giulio Murolo è ormai assorto dalla follia e circondato da decine di poliziotti pronti ad intervenire: “Sto vicino alla bombola, appena viene qualcuno saltiamo tutti in aria”. L’agente lo invita a posare il fucile, cerca di calmarlo: “Non devi dire così, i colleghi non ti faranno niente, noi siamo la polizia, non siamo delinquenti, qualunque cosa hai fatto, ti arrestiamo, ma di più non può succedere, hai capito, Giulio?”.

Murolo attacca il telefono per poi richiamare ancora una volta il centralino:“Pronto, Polizia, mi state attaccando, mi stanno sparando addosso. Come chi sono? Sono il pazzo”. Immediatamente la chiamata viene passata a Michele: “Prendi l’arma e buttala via, scarica i proiettili.. [..]Siamo qui per aiutare te. Liev sta bombola da dietro alla porta, arrenditi, resto al telefono con te, non ti sparerebbero mai. Se esci e alzi la maglietta, resta al telefono con me, così nessuno ti tocca.” Murolo cerca la mamma, l’altro fratello, vuole sfogarsi, si pente di ciò che ha combinato e così il tutto torna ad essere nuovamente in pericolo: “Ho messo la bombola fuori la porta, il prossimo colpo faccio saltare tutti”.

L’agente Michele lo rassicura: “Stai tranquillo, non ti sentire attaccato, i colleghi si stanno muovendo perché sono cristiani, sono persone, magari pensano a nascondersi dietro le auto. Ora esci, che tutto finisce in un attimo, ti aiuteranno tutti, il giudice, il medico, i colleghi…”.

Dopo un po’ Giulio Murolo, l’infermiere-killer accusato dalla Procura di Napoli per strage, si arrende mettendo fine a quella orribile tragedia scatenata per un banale motivo in cui hanno perso la vita troppe persone.

Ecco l’audio delle chiamate tra l’agente Michele e Murolo pubblicato dal Mattino:

Prima telefonata:

Seconda telefonata:

Terza telefonata:


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