Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, durante la presentazione di “Life Ecoremed”, una ricerca effettuata dal dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli condotta dal professor Massimo Fagnano, ha voluto ricordare che i terreni di Casal di Principe ed i suoi prodotti agricoli non sono nè inquinati nè rischiosi per la salute: “I prodotti agricoli coltivati nei terreni di Casal di Principe non sono inquinati e stiamo pensando anche di registrare un nostro marchio per i prodotti di qualità”.
Come pubblicato dalla Repubblica, per l’agro aversano sono stati effettuati 3000 prelievi tutti disponibili nella banca dati del progetto Ecoremed e nella banca dati dell’Arpac. L’obiettivo della ricerca è far luce sulla qualità del suolo per non diffondere falsi allarmismi che creerebbero soltanto ulteriori problemi all’agricoltura e all’economia locale.
Grazie al progetto Life Ecoremed si sono valutati i terreni con produzioni di mais, prugne, uva, fragole e friarielli e registrate eventuali presenze di Tallio e Selenio, Berillio, Cadmio e Piombo che sembrerebbero essere stati rintracciati ma in quantità minime non ritenute pericolose. Per Massimo Fagnano: “Un suolo può essere definito inquinato se è pericoloso per la salute umana perciò, se parliamo di un suolo agricolo ci preoccupa la capacità delle piante di poter eventualmente assorbire quelle sostanze presenti nel terreno. Le radici assorbono l’acqua e quindi assorbono tutto ciò che si scioglie in acqua. Cominciamo a scartare idrocarburi, diossine, pcb, in quanto le piante non sono capaci di assorbire diossina attraverso le radici. Diverso è il discorso dei metalli pesanti. Se ci sono metalli pesanti che non sono solubili, i prodotti realizzati in quel terreno non sono pericolosi per la salute perché le radici non li assorbono”.
Renato Natale, oltre che a denunciare i ritardi delle bonifiche dei terreni della Terra dei fuochi avviate dalla Regione Campania, ha voluto inoltre ricordare che le patologie tumorali sono in aumento a causa dell’aria troppo inquinata che respiriamo e non per i prodotti agricoli locali che mangiamo.