Napoli fra le sue viuzze, i suoi quartieri ingarbugliati e fra i suoi palazzi nasconde tesori millenari. Il problema è che questi tesori vengono spesso inglobati e coperti dalla modernità fino a diventare invisibili. Così, millenni di storia, pietre secolari ed edifici leggendari scompaiono fra palazzi fatiscenti, tra rifiuti e costruzioni di dubbio gusto. E’ il caso del teatro di Neapolis, una struttura del I secolo d.C. dove si dice si sia esibito anche l’imperatore Nerone, oggi coperto dai palazzi e quasi dimenticato dai napoletani tra via San Paolo e via Anticaglia.
La struttura, di cento metri di diametro e ottantasei di elevazione, è quasi completamente inglobata in edifici moderni, ma, già dal 2009, è stata aperta al pubblico con visite guidate organizzate dal Comune di Napoli e dalla Soprintendenza Archeologica Speciale di Napoli e Pompei. Purtroppo il progetto è servito a poco e il teatro tanto caro a Nerone è del tutto ignorato da napoletani e turisti.
Finalmente, però, qualcosa si muove grazie a un nuovissimo progetto curato dall’ingegnere Marta Cosenza e l’architetto Alice Palmieri per portare il teatro agli antichi splendori. Le progettiste hanno raccontato al Corriere del Mezzogiorno i cardini della loro idea:“L’intenzione progettuale è ripristinare l’antica funzione ricreativa e poter utilizzare nuovamente questo spazio per rappresentazioni teatrali, spettacoli e manifestazioni formative, restituendo un frammento importantissimo alla comunità e inserendolo in un piano complessivo, non solo urbanistico, ma di crescita culturale della città. Attraverso l’utilizzo di materiali differenti, sarà possibile distinguere l’antico ed il moderno, ammirando la compenetrazione di epoche diverse, che diventano un unicum, permettendo comunque la lettura delle successive stratificazioni, dall’epoca romana, a quella medievale, fino al contemporaneo”.
La vecchia struttura non sarà mai del tutto recuperabile, ma, tramite strutture e palchi in legno sarà possibile consentire nuove sedute e un ampliamento dell’area non invasivo per i palazzi circostanti. Un modo di restituire il teatro storico alla città non solo come monumento, ma come struttura pubblica, come auspicano Cosenza e Palmieri:“Ridefinire questo luogo come uno spazio pubblico significherebbe restituirlo realmente alla città e promuovere la riscoperta del teatro antico, che poeticamente, identifica una radicata tradizione artistica della città partenopea. Proprio dal teatro greco Napoli ha infatti ereditato e custodito l’arte della rappresentazione scenica, appropriandosene e divenendo maestra, rivelando nella cultura napoletana l’impronta inconfondibile delle sue origini”