Napoli da sempre è una città multietnica e che lotta per l’integrazione di popolazioni tra loro diverse, naturalmente questo non vuol dire che non ci siano episodi d’intolleranza ma la città si è sempre schierata verso la lotta per la condivisione, l’uguaglianza e assolutamente contro il razzismo. A dimostrarlo questa volta è un dolce tipico campano, il babà che diventa per l’occasione nero. Il babà è un dolce che nasce nel 1735 per un caso fortuito che vede protagonista Stanislao Leszczinski, re di Polonia detronizzato e mandato nel Ducato di Lorena.
Qui il re si dedicava al bere e al mangiare, soprattutto dolci, ma purtroppo i suoi cuochi gli preparavano solo il “kugelhupf”, un dolce tipico di quel territorio, fatto di con farina finissima, burro, zucchero, uova e uva sultanina che aveva una consistenza molto spugnosa. Un giorno stanco del solito dolce il re allontano con forza il piatto che andò a finire contro una bottiglia di rum che si rovescio e bagnò interamente il “kugelhupf”.
Stanislao, incuriosito, sollevò il cucchiaino e assaggiò per la prima volta il suo dolce che chiamò Babà in onore di Alì Babà, protagonista del celebre racconto tratto da “ Le Mille e Una Notte”. Il babà da Luneville arrivò presto a Parigi, alla pasticceria Sthorer e poi a Napoli tramite i “monsù”, chef che prestavano servizio presso le nobili famiglie partenopee. Adesso però al classico babà si affianca il babà nero, impregnato di caffè Kenon, sempre napoletano, e rhum. Questo dolce contro il razzismo potrete trovarlo a Eccellenze Campane.