Pino Daniele, decide di parlare la moglie Fabiola: “Il medico non è colpevole”
Ago 09, 2015 - Claudia Ausilio
Ha deciso di rompere il silenzio Fabiola Sciabbarrasi, moglie di Pino Daniele. “Pino non amava gli ospedali. Se avessi avuto io la facoltà di decidere, avrei preso l’iniziativa di portarlo subito al pronto soccorso più vicino, come ho fatto tutte le volte in cui si è manifestata l’emergenza in 22 anni insieme, anche quando lui non lo chiedeva“, ha dichiarato a L’Ansa.
Poco dopo il deposito della perizia dei medici legali incaricati dalla procura di Roma per chiarire le cause del decesso del cantautore napoletano, Fabiola spiega: “Sento che è arrivato il momento di parlare e di puntualizzare alcune cose. Non credo che il professor Achille Gaspardone, cardiologo di fiducia di Pino e amico di famiglia, abbia colpe. Era in vacanza per le festività natalizie e ha fornito la miglior consulenza medica telefonica che potesse dare a distanza, cioè ha detto di richiedere l’intervento dell’ambulanza per immediato trasferimento al presidio ospedaliero più vicino. Quello che è accaduto dopo, non serve e non ha più senso adesso“.
Fabiola non vuole dare l’impressione di una donna che vuole trovare per forza un colpevole, ma racconta di quella notte: “non c’ero ma le mie personali interpretazioni della modalità di soccorso sono e saranno sempre irrilevanti” […] “l’inchiesta è stata aperta d’ufficio inizialmente dalla procura di Grosseto, prima di essere girata a quella di Roma, aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso“.
“Non è mia intenzione – aggiunge Fabiola – procedere in modo alcuno alla spasmodica ricerca di mostri e di verità che sarebbero perfettamente inutili adesso, con l’unico risultato di riaprire costantemente per la nostra famiglia una pagina dolorosissima. Ci sono due bambini minori che vanno tutelati sopra a tutto“, riferendosi ai tre figli avuti da Pino, di cui solo Sara è diventata da poco maggiorenne.
“L’unico mio e nostro desiderio è che Pino possa riposare in pace come avrebbe voluto“, conclude. Gli inquirenti, che stanno valutando un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, dovranno ora decidere e riconsegnare i reperti alla famiglia.