Stando alle ricerche condotte da Mauro Centritto, direttore dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, le aree verdi italiane e ancor di più quelle meridionali, rischiano di scomparire. La mancanza di una tutela adeguata rischia di portare alla desertificazione delle aree verdi a causa dall’eccessivo sfruttamento del suolo e al degrado che ne deriva.
Il 21% del suolo italiano versa in una condizione di estremo pericolo, percentuale destinata a salire drasticamente nelle regioni del Sud Italia. Stando alle indagini condotte dal ricercatore molisano, nella parte meridionale dell’Italia le zone in pericolo sono addirittura il 70%: in Puglia il 57%, nel Molise il 58, in Basilicata il 55, mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%.
Gli studi sono stati effettuati sulla base delle immagini scattate dai satelliti che mostrano come la superficie terrestre sia sempre più coperta da vaste strisce marroni, che indicano le aree desertiche in contrapposizione a quelle verdi, che sono quelle coperte dalle foreste e dall’agricoltura. La vegetazione sta pian piano scomparendo, compromettendo in modo serio l’equilibrio dell’ecosistema.
«Questi processi di degrado del suolo -spiega Centritto in una dichiarazione all’Ansa riportata su Corrieredelmezzoggiorno.it- sono problemi tutt’altro che lontani e hanno dei riflessi molto forti anche sulla sicurezza alimentare, con forti pressioni sull’ambiente. L’aumento di pressione fa sì che i terreni progressivamente cessino la loro attività e quindi c’è la necessità di convertire foreste in campi coltivati e si entra così in un circolo vizioso che porta al degrado. Tutto ciò si pone poi in un contesto delicato di cambiamenti climatici».