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Mezzogiorno d’Italia pronto alla svolta! L’Italia delle bufale colpisce ancora

Notizie confortanti giungono dall’Istat. Stando ai dati recentemente pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, anche (e soprattutto) nel Mezzogiorno, possono essere rintracciati deboli ma rassicuranti segnali di ripresa. Nei giorni scorsi era stato proprio Matteo Renzi a focalizzare l’attenzione sulla fantomatica ripresa del Sud che però, sembra non convincere proprio nessuno.

C’è chi parla di percentuali di crescita, soprattutto rispetto allo scottante tema della disoccupazione, e chi invece sottolinea che anche i numeri e le percentuali di tanto in tanto possono confondere, raccontare una storia diversa, “una realtà che rischia di non rispecchiare la realtà”.

Stando ai dati divulgati, il tasso di disoccupazione a luglio è sceso al 12%, mezzo punto percentuale in meno rispetto al mese di giugno. Ma siamo davvero sicuri che questi siano i segnali di una formidabile ripresa? In un articolo apparso questa mattina su Ilfattoquotidiano.it, si legge che un simile risultato va in realtà collegato alla famose  riforme della previdenza, tra cui quella firmata da Elsa Fornero e Mario Monti che, a suo tempo, scatenò polemiche e malcontenti. Non vi è un minor tasso di disoccupazione, soprattutto nelle generazioni più adulte, come si legge a caratteri cubitali su tutti i giornali, bensì a seguito delle riforme anti-pensioni, sono solo diminuiti gli over 50 che vanno in pensione!

Stessa questione per quanto riguarda la tanto attesa crescita del Mezzogiorno d’Italia il cui tasso di disoccupazione però, continua ad attestarsi oltre il 20% mentre nel resto d’Italia la percentuale si attesa su valori nettamente inferiori. Non bisogna essere degli economisti per comprendere che in realtà i divari territoriali continuano ad aumentare: dati alla mano, al Nord il tasso di disoccupazione è al 7,9%, nel Centro al 10,7% mentre nel sud la percentuale sale pericolosamente al 20,2%, senza contare che tra i giovani la disoccupazione sfiora il 41,1%.

Siamo ancora sicuri che il Mezzogiorno d’Italia sia realmente in fase di decollo?