Aveva solo 10 anni quando l’artista Paolo La Motta decise di ritrarre Genny Cesarano durante un laboratorio di ceramica. Solo 10 anni e nessuna idea del suo futuro, un futuro durato davvero troppo poco. Occhi vispi e sguardo sveglio, così l’artista decise di ritrarlo, come racconta egli stesso in un articolo di Natascia Festa pubblicato su ilcorrieredelmezzogiorno.it.
Oggi l’opera è in una collezione privata e a guardarla sembra avere assunto un fascino e una forza che sconvolge chiunque la osservi! Uno sguardo penetrante e assorto che ben spiega l’animo di un bambino di soli 10 anni nato e cresciuto in un quartiere bellissimo ma complesso come il quartiere Sanità.
Ai microfoni del corrieredelmezzogiorno.it l’artista racconta: «Per coinvolgerli di più, li facevo diventare anche soggetto dell’opera. Genny amava lavorare la creta, aveva una spiccata manualità. Con pochi altri si tratteneva oltre l’orario del laboratorio. Ascoltava, si impegnava con successo. Certo non poteva permettersi di fare quello a cui piaceva studiare, lo avrebbero preso in giro. Così si difendeva indossando l’aria di chi la sapeva lunga. Era tra i più ricettivi e creativi del gruppo tanto che insieme realizzammo lavori complessi: ricordo una nave di grandi dimensioni che doveva somigliare al Titanic».