“Camorra nel Dna di Napoli”? Imprenditore fa arrestare camorristi


Infiniti sono i pregiudizi sui napoletani, sempre più spesso e facilmente accostati alla malavita, quasi a voler oscurare quello che di buono c’è nella città. Ultimamente due casi sono balzati sulle pagine di noti quotidiani, quello del murale di San Gennaro, secondo alcuni dal volto identico a quello di un boss pentito e quello delle dichiarazioni di Rosy Bindi.

Il presidente della commissione antimafia avrebbe detto, per poi ritrattare subito dopo, che la Camorra è nel Dna di Napoli, un “elemento costitutivo della società, della città, della Regione“.

E proprio mentre si diffondono queste dichiarazioni, tra smentite e polemiche, una notizia appare quasi come una risposta a dimostrazione del fatto che i criminali non sono la maggioranza del popolo partenopeo. Come riporta l’Ansa, un imprenditore di Villa di Briano (Caserta), titolare di un’importante società di distribuzione all’ingrosso di prodotti alimentari, non solo si è rifiutato di pagare il pizzo a due esponenti del clan dei Casalesi ma li ha fatti anche arrestare.

Gli emissari del clan si erano presentati nella sua azienda e così li ha consegnati alla Polizia di Stato. L’imprenditore già in passato era stato vittima di richieste estorsive ed anche in quelle occasioni erano stati denunciati ed arrestati.


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