La Sindrome di Brugada, scoperta dal cardiologo spagnolo Josep Brugada, una malattia cardiaca maligna che porta disturbi dell’attività elettrica del cuore e che fa, solo in Italia, 50mila vittime ogni anno, potrà finalmente essere curata. Una malattia capace di stroncare improvvisamente e senza alcun preavviso chi ne è affetto, soprattutto gli under40 e per la quale fin’ora non esistevano cure certe.
La scoperta arriva da un medico campano e più precisamente beneventano, Carlo Pappone dirigente dell’Unità operativa di Elettrofisiologia e Aritmologia dell’Irccs Policlinico San Donato e autore di 295 pubblicazioni, 12 mila citazioni e la bellezza di 150mila cuori operati. Un nome molto noto nell’ambiente medico per chi si occupa di aritmologia.
L’articolo della svolta uscirà ad ottobre su ”Circulation EP” e porterà la firma di Pappone e dello stesso Brugada. La cura consiste nel mappaggio elettromagnetico delle cellule responsabili della malattia per poi procederle a bruciarle selettivamente attraverso una corrente elettrica a radiofrequenza. Mentre le tecniche precedenti non assicuravano una risoluzione definitiva della malattia, questa pare sia in grado di debellarla definitivamente.
Si tratta del primo studio al mondo che porta alla cura definitiva di una malattia genetica, una vera e propria rivoluzione per tutti i pazienti che ne sono affetti.
L’intervento si svolge in più applicazioni in base all’estensione della malattia “Con un ago, pungendo la parte inferiore dello sterno – spiega Pappone – introduciamo un sondino che viene spinto fino a raggiungere la superficie esterna del cuore (l’epicardio) e ne rileva i segnali elettrici. In questo modo ricostruiamo l’anatomia e l’attività elettrica dell’organo, individuando con precisione il punto esatto del ventricolo destro in cui si esprime la malattia. Tutti ci siamo emozionati e abbiamo sentito battere il nostro cuore all’impazzata almeno una volta nella vita – continua Pappone – Ecco, l’aritmia è una malattia misteriosa che non si vede, non si palpa. Il sogno sono diagnosi certe e terapie possibili.“