Pomodori venduti come made in Italy che in realtà vengono lavorati e prodotti in Cina: è con questo servizio che l’inviata Nadia Toffa de Le Iene ha voluto far luce sulla “questione pomodori”.
Migliaia di tonnellate di pasta di pomodoro concentrata vengono imbarcate dalla Cina per poi arrivare in Italia. E’ qui che il contenuto di centinaia di bidoni viene diluito per diventare sugo successivamente inscatolato. E’ per questo che il made in Italy scritto sulle etichette riguarda esclusivamente il prodotto finale e la sola confezione che lo conserva.
Molte sono le aziende italiane che utilizzano pomodori cinesi i quali potrebbero essere rischiosi per la nostra salute poiché ricchi di coloranti e pesticidi cancerogeni. Tra queste c’è un’azienda vicino Napoli più volte inquisita per frode alimentare che continua a vendere nelle grandi catene di supermercati, un’azienda tra Napoli e Salerno condannata in primo grado per una truffa legata al pomodoro cinese, una ditta del Centro Italia che vende prodotti a base di pomodoro italiano in tutto il mondo ed un’altra del Nord Italia che importa materie prime per marchi molto conosciuti.
Aziende sparse per l’Italia in zone che nel servizio non sono state mai svelate a differenza delle ditte campane. La stessa Toffa dichiara di non poter rivelare i nomi di queste aziende poiché il commercio di pomodori cinesi non è stato legalmente certificato, ma allora perché specificare che due delle aziende presenti in Italia si trovano proprio a Napoli rendendo possibile la loro identificazione?
Un inizio di “SputtaNapoli” che poi continua con la messa in onda di una conversazione avvenuta tra una ditta di Napoli e il laboratorio di analisi che dovrebbe verificare la presenza di pesticidi nella pasta di pomodoro cinese: “Ti do un campione del concentrato della Cina. Mi devi fare tutte le analisi su questo campione, di uno me lo fai effettivamente vero. Di quelli precedenti invece.. poi domani ti mando tutte le sigle dei cassoni della Cina e te lo scrivo bene quello che cerco”.
Ciò che fanno le aziende per risparmiare sulle materie prime e guadagnare più del dovuto è inaccettabile, ma perché gettare fango solo su Napoli?
L’immagine è una creazione della pagina Facebook Sputtanapoli, che si occupa proprio di segnalazioni su argomenti che denigrano Napoli e i napoletani e i soliti pregiudizi contro di loro.
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