Fino ad oggi i Campi Flegrei e il fenomeno del Bradisismo sono stati monitorati sempre e solo sulla terraferma. Tra pochi giorni, invece, sarà possibile misurarlo anche dal mare nel cuore del Golfo di Pozzuoli. Grazie ad un finanziamento europeo, verrà installato un cavo di fibra ottica che controllerà il fondale marino dove c’è la maggior parte delle bocche del Supervulcano.
Il bradisismo è un fenomeno vulcanico tipico dei Campi Flegrei e consiste nell’abbassamento o innalzamento del livello del suolo. Questo in passato ha provocato danni nella zona che ha portato allo sgombero del Rione Terra a Pozzuoli. La caldera, ossia l’area delle bocche del vulcano, si estende per gran parte nel mare: circa il 60% è nel golfo di Pozzuoli.
Per i vulcanologi si tratta del Supervulcano più pericoloso d’Europa. In passato per misurare il bradisismo dei Campi Flegrei si utilizzavano come metro le colonne del cosiddetto Tempio di Serapide vicino al porto di Pozzuoli. Fino al 1983 si trovavano in parte sommerse dal mare ed oggi si ritrovano al di sopra del livello del mare. Nella parte superiore delle colonne si vedono ancora i fori di litodomi, il mollusco che si attaccava su di esse e che ha corroso il marmo fino ad un’altezza di 6,30. Per gli studiosi questo è il massimo livello di bradisismo subito dai Campi Flegrei in epoca medievale.
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Giuseppe De Natale, durante il convegno sulle tecniche più innovative di monitoraggio dei vulcani ha raccontato l’operazione che si terrà nei prossimi giorni. “L’installazione del cavo, della lunghezza di 2,5 chilometri, è stata quasi ultimata nel golfo di Pozzuoli e fra circa 10 giorni prevediamo di fare le prime misure” ha affermato. “Misurare il fenomeno anche sul fondale marino – ha sottolineato De Natale a La Repubblica – ci permetterà di conoscerlo meglio per identificarne le cause“. I sensori del cavo posizionato nel mare misureranno la pressione della colonna d’acqua sul fondale e “quando il fondale di solleva – ha spiegato il direttore – la colonna d’acqua diminuisce e la pressione è minore, viceversa quando il fondale si abbassa“.
“Il suolo – ha detto De Natale – si è sollevato di 25 centimetri in 10 anni, non è una situazione preoccupante nell’immediato, ma naturalmente il vulcano va tenuto sotto controllo anche per mitigarne l’alto rischio dovuto all’intensa urbanizzazione“. Il progetto è costato 8 milioni di euro e si chiama Pon Monica (MONitoraggio Innovativo delle Coste e dell’Ambiente marino). Oltre a questo si prevede di installare sensori anche nel golfo di Napoli per controllare il Vesuvio e Ischia anche dal mare.