Pietro ‘o vesuviano pazzo, chef che rinuncia alla gloria per la sua terra
Ott 06, 2015 - Rosanna Gaviglia
Pietro Parisi è un cuoco di 30 anni con alle spalle tanta esperienza, frutto di insegnamenti e consigli dei migliori chef del mondo. Come pubblicato da Huffingtonpost.it, dai vicoli di San Gennaro Vesuviano il giovane cuoco ha girato per il mondo fino ad arrivare a Parigi dove è riuscito a conquistare un posto in uno dei venti prestigiosi ristoranti di Alain Ducasse. È lì che Parisi ha “rubato” il mestiere aggiungendoci la sua creatività e la voglia di raggiungere livelli sempre più alti. Una promettente carriera tra i fornelli stellati non è riuscita però a fargli dimenticare le sue origini e l’ottima cucina della nonna: “Avevo tutto. Soddisfazioni e soldi. Vivevo negli alberghi a cinque stelle, lavoravo con un maestro che è ritenuto all’unanimità un mito della cucina mondiale. Eppure a un certo punto ho sentito il richiamo della mia terra”.
Per questo motivo che Pietro Parisi ha deciso di abbandonare tutto e di tornare a Palma Campania nel suo ristorante “Era Ora”. Qui chiunque è il benvenuto perché non serve spendere cifre esorbitanti per mangiare bene e soprattutto sano. Parisi è infatti conosciuto come “il cuoco contadino” perché ama cucinare piatti squisiti utilizzando i sani prodotti della sua terra: “Nelle settimane passate si è molto polemizzato sulla frase di Rosy Bindi sulla camorra come caratteristica endemica del popolo napoletano e campano. Ma guardate alla ricchezza di questi luoghi, ai saperi contadini e artigiani, a chi ogni giorno si tira su le maniche per portare avanti un’azienda, a quelli che campano onestamente con uno stipendio o una pensione da fame. Sono la maggioranze, è per queste persone che sono tornato”.
La decisione di ritornare alle origini è stata criticata da molti e in particolare dal maestro Ducasse: “Mi disse, Caro Pietro io ti ho aperto un mondo e tu ora rinunci a quello che hai costruito in vent’anni. Per cosa, poi, per una terra che non ti dirà mai grazie?”.
Parisi sente però che il suo posto è questo: “Non ho rimpianti so che sto facendo la cosa giusta. Questa non è solo la terra dei fuochi, ma è terra di lavoro e di generosità. Ce la possiamo fare”.
Una scelta quella del cuoco contadino presa con immenso coraggio e forse anche con un pizzico di pazzia. E’ proprio per questo che Il Fatto Quotidiano ha voluto soprannominarlo “Pietro ‘o vesuviano pazzo”.