Al quarto giorno dello sciopero dei netturbini parigini, la capitale francese è invasa dai rifiuti: la nettezza urbana di Parigi ha indetto lo sciopero per due motivazioni basilari: la rivalutazione dei salari e il rifiuto dei blocchi agli scatti di anzianità. Circa il 45% dei 4.900 lavoratori del settore si è astenuto dalle attività giornaliere di lavoro e i cestini, saturi di spazzatura, stanno emanando cattivissimi odori negli ultimi giorni: “Puzzano, e tracimano da tutte le parti” afferma, ai microfoni di France Info, Julien (informa l’Ansa), il quale gestisce un caffè nel quartiere di Montorgueil ; “non è certo una buona immagine per i turisti” dichiara, preoccupato, il commerciante.
Tuttavia, domani si aprirà un tavolo di discussione con i sindacati attori della vertenza: l’attuale sindaco Anne Hidalgo si dichiara fiduciosa circa le soluzioni in merito alle istanze dei lavoratori, informando i cittadini che, a breve, il problema-spazzatura sarà risolto.
Il Corriere della Sera informa sulla situazione francese scrivendo “Parigi come Napoli: città invasa dai rifiuti (…)”. E’ particolare questa dinamica seconda la quale un fatto o un episodio, sebbene prolungato nel tempo rispetto alla media, diventi perpetuo status di una città (o di una persona), finendo col divenire storicamente immutabile. Napoli è sporca, Berlino è underground, Milano è triste. Del resto i clichè , mentali come comportamentali, dovevano pur possedere una logica d’essere.