Nell’immaginario collettivo Gesù ai piedi indossa sempre i sandali, e Dio? Beh, difficile, molto difficile saperlo, poiché nessuno l’ha mai visto. Eppure a Napoli sono in tanti a giurare e spergiurare che indossi un paio di scarpini. Sono gli stessi che affermano di averlo visto, un giorno. Quel giorno è il 20 ottobre 1985, quando il prato verde del San Paolo fu trasformato per un attimo nel giardino dell’Eden: il Verona all’inferno, il Napoli in Paradiso. Tutto per mano – pardon, per piede – del dio del calcio. All’ombra del Vesuvio lo chiamano semplicemente Diego, ad ogni altra latitudine del pianeta è meglio conosciuto come Maradona, Diego Armando Maradona.
Sono ormai passati la bellezza di trenta anni da quel Napoli-Verona 5-0, ma se qualcuno forse ha rimosso il ricordo della meravigliosa prestazione sciorinata dagli azzurri al cospetto della squadra campione d’Italia, nessuno, proprio nessuno, potrà mai dimenticare quanto avvenne al 13′ del secondo tempo di quella straordinaria partita. Gli uomini di Ottavio Bianchi sono sul 2-0, grazie alle reti messe a segno da Giordano al 23′ e da Bagni al 48′.
Basterebbe un altro gol, uno qualunque, per chiudere definitivamente i conti con gli “odiati” veronesi”, Maradona invece inventa una delle reti più belle della storia del calcio: controllo perfetto di un lancio dalle retrovie, 30 metri spalle alla porta avversaria, leggermente defilato sulla sinistra, girarsi è un attimo, la palla rimbalza due volte, nell’attesa di un altro calcio, invece arriva una carezza, un tocco di esterno sinistro morbidissimo che urta contro il duro legno del primo palo, appena sotto l’incrocio; il portiere Giuliano Giuliani prova ad arrivarci, ma due miracoli in un giorno solo sono troppi. Non è per il 3-0 che i tifosi partenopei impazziscono, ma per il gol in sé e per sé. Come 80.00 Stendhal davanti alla basilica di Santa Croce in quel di Firenze. Maradona ha racchiuso la bellezza in un sol gesto, indescrivibile per tutti, ma non per lui, che di fatti così commentò nel post-gara: “Ho visto che Giuliani stava fuori dalla porta, la palla è rimbalzata, ho visto e ho calciato e per fortuna è andata dentro. Un gol muy bello“. Poche parole, tanta umiltà. Gli dei sono fatti così!
Per la cronaca di Bertoni all’83’ e di Pecci all’85’ le reti conclusive, forse però non le ricorda più nessuno.