“Era meglio se mi facevo ammazzare, almeno i miei figli stavano tranquilli. Così ho rovinato la mia famiglia e tutti quelli che mi stanno attorno“. Esordisce così Giuseppe Castaldo ai microfoni di Tv7, rubrica di approfondimento di Rai Uno andata in onda venerdì in seconda serata. Il gioielliere di Ercolano vi interviene telefonicamente, perché ora si trova in una località segreta lontana dalla sua città natia. Tutta colpa di quel maledetto 7 ottobre scorso, quando nel tentativo di difendersi da due rapinatori, il signor Castaldo estrae una pistola – regolarmente detenuta – e li uccide entrambi.
Da quel giorno la sua vita è totalmente cambiata: da possibile vittima ad indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Poi le minacce di morte dei familiari di uno dei assalitori e la decisione di lasciare Ercolano e la Campania. Lasciarsi, invece, questa tremenda storia alle spalle è molto più complicato, come traspare dal rimorso delle sue stesse parole: “E’ normale che non lo rifarei. Se fossi stato cosciente di quello che stava accadendo… Io non ho capito niente. Quelli mi stavano ammazzando, penso che anche un santo al posto mio avrebbe reagito. Ho temuto per l’incolumità della mia vita, che se ne stava andando in un attimo. Io non volevo, sono stati loro a venire da me, non io da loro…”.
Una situazione nella quale certamente nessuno vorrebbe trovarsi, ma che costringe a prendere una decisione immediata, almeno stando al parere dell’avvocato di Giuseppe Castaldo: “Vedersi puntare una pistola contro e vedere che si sta per premere il grilletto mette una persona nella condizione di doversi difendere se lo si può fare. Il mio assistito aveva un’arma regolarmente detenuta e l’ha usata per salvarsi la vita“.
Un’azione condivisa da molti cittadini di Ercolano, intervistati dalla giornalista Enrica Majo (curatrice del servizio), nonostante in molti si siano detti dispiaciuti anche per le famiglie delle vittime.
Molto interessante anche la ricostruzione che della vicenda fa il proprietario del negozio fuori al quale è avvenuto il tutto e l’intervento di Domenico Ciruzzi, vicepresidente dell’Unione Camere Penali Italiane, che spiega la novità introdotta nel 2006 all’interno del codice penale in materia di legittima difesa.
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