“Legge Eduardo” e minori a rischio. La faccia politica di De Filippo

Sono passati trent’anni dalla morte di Eduardo De Filippo, padre indiscusso della commedia napoletana, la quale, conserva in una rara attualità, tutti i presupposti per essere immortale.

Tuttavia, non tutti sanno, che oltre ad aver regalato a Napoli i copioni a cui siamo tanto legati, Eduardo, da senatore, regalò alla regione leggi importanti per le politiche circa il disagio dei minori e per i minori rinchiusi negli istituti di pena. Una delle leggi principali, la n. 41 del 1987, venne attuata nei progetti di Nisida,”Futuro ragazzi” e di Benevento “Villaggio dei ragazzi”. Purtroppo sono state leggi che non hanno ricevuto più fondi e, pertanto, dal 2006 i progetti non vengono più realizzati.

Proprio in merito alla all’anniversario della sua morte, venerdì 30 e sabato 31 ottobre, al Maschio Angioino, ci sarà un convegno internazionale, organizzato dalla Fondazione Eduardo De Filippo dal titolo “Trenta anni persi? – Prevenzione della devianza giovanile in Campania a 30 anni dalla Legge Eduardo: risultati e prospettive”.

“Il convegno che promuoviamo a Napoli”, spiega Luca De Filippo (figlio del regista) a Il Mattino,“è il primo passo concreto per riproporre l’argomento, oggi quanto mai attuale, e smuovere le coscienze”.

Il convegno sarà aperto venerdì alle 9 e 15, con l’intervento dello stesso Luca sul tema degli «Scenari Istituzionali a confronto», coordinato da Alessandro Barbano, direttore del Mattino. Numerosi gli interventi, nelle due giornate: Luigi de Magistris, Vincenzo Spadafora (Autorità Garante per l’Infanzia e Adolescenza), Francesco Cascini (capo Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità), Franco Roberti (procuratore nazionale antimafia), Vincenzo De Luca (presidente della Regione Campania), il cardinale Crescenzio Sepe (arcivescovo di Napoli).

Come ricorda Francesco Somma, direttore della Fondazione suddetta “Sarà questa l’occasione per ricordare un altro importante aspetto della vita e dell’opera di Eduardo, non solo drammaturgo, ma intellettuale attento ai problemi sociali e impegnato in prima persona in campo civile (…)”

Forte era l’impegno civico di Eduardo, innamorato della sua terra e dei suoi abitanti, i quali divenivano gli attori principali delle sue narrazioni. E accanto a quello civico, forte fu anche l’impegno politico, anche precedente alla nomina di senatore a vita, avuta a 80anni, dopo la quale aderì al gruppo della Sinistra Indipendente.

Passione politica e responsabilità civica, tra l’altro, sono elementi quasi complementari e De Filippo lo dimostrava prima di tutto credendo nella sua gente, partendo dai più piccoli.