“Frutta fresca tutti i giorni. Con prodotti non provenienti da zone contaminate (Napoli e Caserta)” si legge sui manifesti pubblicitari 6 x 3 di un supermercato di Benevento. Cavalcando, ancora, l’onda della Terra dei Fuochi, il market del sannio, pubblicizza la provenienza sana dei propri prodotti. Non che il problema contaminazione non esista. Non che la Terra dei Fuochi sia fantomatica storia di cronaca ambientale: Noi tutti abbiamo coscienza delle problematiche che le nostre terre possiedono (a causa di chi la coscienza l’ha data in pasto ad una lurida avidità), tuttavia speculare su una situazione che, con forza ed energie, stiamo risanando e a cui si sta provvedendo con l’impegno dei cittadini tutti, è un insana strategia di marketing. Del resto, esiste nelle due città Napoli e Caserta terra totalmente coltivabile, seppur in percentuali ridotte. E lo dimostrano le analisi effettuate negli ultimi tempi.
A sollevare la questione è stato Francesco Enrico Borrelli dei Verdi, intervenendo su La Radiazza, la trasmissione di Gianni Simioli in onda su Radio Marte :«Continua la campagna contro i prodotti della terra tra Napoli e Caserta e questa volta l’attacco non arriva dal Nord, da qualche commerciante leghista, ma dalla stessa Campania, da una catena di supermercati del beneventano» dichiara il consigliere regionale dei Verdi. Poi, continua: «In questi giorni, le strade del beneventano, infatti, sono invase da manifesti 6×3 in cui i supermercati Procaccini ricordano ai loro clienti che non vendono “prodotti contaminati provenienti dal napoletano e dal casertano”, un comportamento ingiustificabile ed è triste vedere che un’azione del genere venga proprio dal beneventano, da quella terra che tutti noi stiamo provando ad aiutare per risollevarsi dall’alluvione. I manifesti della catena di supermercati beneventana confermano ancora una volta che è necessario continuare sulla strada intrapresa dalla giunta De Luca per affrontare il dramma della Terra dei Fuochi: bonifiche e controlli, ma anche analisi per dimostrare che i prodotti delle nostre terre sono sani, al di là di quel che dicono e scrivono commercianti e imprenditori senza scrupoli. Chiedo alle forze dell’ordine di intervenire per far rimuovere i manifesti se non lo faranno i proprietari dei supermercati».
Senza dubbio, il primo pensiero, di ingenuo istinto, va agli aiuti per gli alluvionati e alla campagna Rummo, alla quale gran parte dei cittadini campani hanno aderito per alleviare i danni dell’azienda beneventana quasi totalmente distrutta. Tuttavia, l’iniziativa pubblicitaria, tutt’altro che condivisibile, deriva da una catena di supermercati, i quali, seguendo senza freni la mentalità aziendale e gli obiettivi di vendita, perdono per strada ogni forma di umanità e, in questo caso, ogni bene per la collettività.
Inoltre, la pubblicità seria si fa parlando bene di te, non male dei propri avversari.
Meglio pensare che ogni singolo aiuto è andato a chi il cuore lo usa ancora e lo ha risanato grazie agli interventi dei campani tutti.