Se le parole pronunciate domenica pomeriggio da Giletti ci hanno fatto letteralmente fatto saltare dalla sedia, quelle di Filippo Facci, giornalista di Libero, ci spingono al limite dello sconcerto. Lo scorso 3 Novembre, dopo la bufera mediatica, anche Facci, da anni inviato speciale di Libero, ha voluto esprimere la propria opinione sui fatti accaduti durante la trasmissione “L’Arena” in onda sulla Rai. L’articolo in questione parte già con il piede sbagliato visto il titolo abbastanza abusato, oltre che deprimente, “Vedi Napoli e poi puzza“.
Il giornalista, che in passato ha collaborato con l’Unità, la Repubblica, L’Avanti, l’Opinione, il Tempo, Il Riformista e che per 15 anni è stato editorialista de Il Giornale, forse per destare scandalo o per attirare l’attenzione dei napoletani che, si sa, sono in grado di di smuovere coscienze e fare opinione (se Giletti avesse parlato in questi termini di un’altra città probabilmente nulla sarebbe accaduto) ha pensato bene di scrivere un articolo, dalla dubbia valenza intellettuale, definendo i tanti napoletani arrabbiati dei “poveretti” chiudendo il discorso con un abominevole “Napoli fa schifo”.
Dopo un primo attacco, forse perfino condivisibile, alla classe politica, Filippo Facci scrive: “Cioè: che nel 2015 un consigliere napoletano abbia ancora il fegato di chiedere soldi senza andare a nascondersi sottoterra (sotto la spazzatura, vorremmo dire) mostra come la classe dirigente napoletana viva in una bolla completamente separata dalla percezione del reale. E vale anche per quei poveretti che sono tutti indignati perché Giletti ha detto che a Napoli c’è “spazzatura in tutti i vicoli” e che “è una città indecorosa”. Secondo il magistrato Nicola Quatrano, questi sarebbero “i soliti luoghi comuni”. Volevate il minimalismo? Eccolo: Napoli fa schifo, in tutta Europa non esiste una città del genere, lo pensiamo anche noi, e quello della spazzatura è un problema storico-culturale che nel tardo 2015 salta ancora agli occhi. E al naso.”
Nasce spontaneo chiedersi quali idee alberghino nella testa di certi intellettuali, così poveri di argomentazioni da voler a tutti i costi puntare sullo scandalo e sulla provocazione. Provocare è una cosa molto seria e per farlo bisogna avere grande forza intellettuale, altrimenti lo scandalo si trasforma semplicemente in spettacolarizzazione, in farsa!
Ci piace chiudere questa analisi con le riflessioni che Edgar Allan Poe attribuisce al suo personaggio Auguste Dupine, che in questo momento, sembrano quanto mai calzanti: “Dobbiamo tenere a mente che, in generale, fare sensazione, colpire le fantasie, per i nostri giornali è più importante che volere la verità. La verità è interessante soltanto quando coincide con la sensazione. La stampa che segua solo opinioni correnti, anche se si tratti di opinioni fondate, non ha credito fra la massa. La massa considera profondo solo chi suggerisce aspre contraddizioni con le idee generali a buon mercato“