Napoli, Piazza del Gesù. Un fiume di studenti contro i tagli alla scuola
Nov 13, 2015 - Nunzia Amirante
Le scuole di Napoli e provincia scendono in piazza contro “la buona scuola” di Renzi. Alla protesta sono presenti sigle come Cobas e CARC, tutti uniti contro le prospettive di una scuola strutturata sul modello imprenditoriale privato.
La partecipazione è sentita da tutti, l’aria è tesa, slogan su manifesti che svettano tra la folta folla. Ma cosa si contesta alla normativa?! L’ inosservanza della scuola quale diritto costituzionalmente garantito, visto che i fondi pubblici lasceranno spazio a quelli privati, con la progressiva evoluzione degli istituti in fondazioni od enti con autonomia privata che beneficeranno di sgravi fiscali.
È sentita anche la partecipazione degli insegnanti, in protesta contro le incalzanti condizioni di precariato da cui si sentono minacciati, infatti, dei 100.701 precari solo 45.000 saranno assunti per rimpiazzare gli uscenti prossimi alla pensione, i restanti dovranno puntare al superamento del prossimo concorso utile. La figura del supplente sparirà, e sarà il preside stesso a coprire la vacanza attraverso un “sistema a chiamata”, tra un organico funzionale di insegnanti iscritti ad un “albo territoriale”. Si mette in discussione anche la nuova figura para-manageriale del preside e i poteri che va ad acquisire.
Ci dicono Marco Coppola e Ciro Imperato del CARC: “La nostra non è lotta sterile ma volontà di portare avanti un progetto alternativo di scuola” ed aggiungono “Lo studente non va trattato come una categoria a parte ma come parte integrante della società con diritti da garantire e tutelare“.