Quando si affrontano Napoli e Verona siamo sempre di fronte a una delle partite storicamente più ostili per il tifo calcistico italiano. Troppe volte, i cori delle curve hanno varcato i confini dello sport, arrivando a quelli umani, di territorio e di appartenenza culturale. Accade quando il tifo diventa la mistificazione di immotivati odi razziali.
Una delle puntate più significative di tale rivalità è rappresentata dal Verona-Napoli della stagione 85/86, quando i tifosi scaligeri accolsero i partenopei con cori e striscioni razzisti: “Lavatevi”, “Benvenuti in Italia” ed i soliti inneggiamenti al Vesuvio. Insulti che si fecero ben più pesanti quando la squadra di casa passò in vantaggio per 2 a 0. A quel punto però intervenne Maradona: Diego si avvicinò alla panchina urlando “ora vendico il popolo napoletano”, e andò a segnare due goal che ammutolirono i veronesi: uno su punizione, l’altro di testa. L’incontro finì con un pareggio, ma l’emozione di quei tiri in porta non ebbero pari, poiché non furono solo reti calcistiche.
Qui, vi proponiamo il resoconto di quella partita storica, con annesse azioni del fuoriclasse argentino-partenopeo, simbolo del riscatto napoletano di quegli anni, seppur calcistico. Tuttavia è anche attraverso lo sport, spesso, che si combattono sfide, si presentano vendette e si mostrano rancori. Ed è proprio da queste vie che entra, purtroppo, la malvoluta violenza, non solo quella fisica.