“Giovani vite logorate e distrutte dalle loro scelte. Un bacio al cielo verso te Manuè” è l’unico commento al video pubblicato su Youtube in omaggio a Emanuele Sibillo, il giovane boss di forcella, ammazzato il 2 luglio durante la faida dei clan dei forcella. Emanuele apparteneva alla “paranza dei bambini”, soprannominata così proprio per la giovane età dei componenti. E giovanissimo era Sibillo quando è morto per mano di qualcuno che ha scelto la stessa vita, trascurandone la possibilità di una precoce morte, probabilmente.
Il video, che ha raccolto finora, 4.229 like, rievoca immagini e pezzi di vita di Emanuele sopra le note di “E’ per te” di Eros Ramazzotti. Le foto scelte e le brevi riprese di camera fanno pensare che l’ideatrice sia stata la giovane moglie, con la quale aveva anche un bambino.
In questi casi, ogni giudizio o commento deve necessariamente essere ponderato e contestualizzato, poiché se da un lato si tratta di un boss che a sua volta avrà spezzato altre vite e creato malessere a persone della comunità, dall’altro è un giovane uomo e un giovane padre, amato dalla propria donna. Probabilmente lo ha scelto con l’incoscienza giovanile di chi non sa cosa mettere in conto o forse, lo ha scelto con la piena consapevolezza di chi fosse. Del resto, in certi ambienti, la mitizzazione del crimine è radicata come poche cose.
Ma è un video di un’innamorata. Di una donna a cui, si suppone, non importa quale connotazione si dia alla morte e alla vita del compagno. E’ l’amore che prescinde la verità e si manifesta. O meglio “si pubblica”.
Di certo è molto diverso dalla realizzazione della statua a mezzo busto in onore del giovane boss posta in via Santi Filippo e Giacomo, ai Decumani. Questo va oltre la mitizzazione personale dei personaggi scarfacesiani, arrivando quasi ad un oltraggio al buon senso. Alla giustizia e alle vittime innocenti della camorra, perchè sono loro che meritano una statua in terra e un posto vicino al sole.
E’ difficile non essere coinvolti da rabbie giustificate e riuscire a separare le due cose. Ma bisogna farlo per mantenere una giusta analisi e individuare cosa nuoce e offende la collettività, realmente: un video (privato) come tanti, che tra due giorni sarà dimenticato, o una statua, immobile, ai margini di una strada.