Quando pensiamo alla Germania, l’immagine è quella di un paese ricco, più evoluto ed ordinato del nostro e con servizi perfettamente funzionanti. Un luogo comune, anche se positivo, e, come noi napoletani sappiamo bene, i luoghi comuni si rivelano quasi sempre delle menzogne. Lo sa bene la giornalista francese Pascale Hugues, che da anni risiede e lavora a Berlino. La donna cura su un giornale locale, il “Der Taggesspiegel”, una rubrica bisettimanale dove racconta la sua “città adottiva” con gli occhi di uno straniero, “Mon Berlin”.
Per quanto strano possa sembrare, la giornalista, nell’articolo del 2 gennaio ripreso da Il Napolista, ha usato la nostra città come metro di paragone positivo. La Hugues ha messo a confronto l’aeroporto di Capodichino con l’aereoporto di Berlino in una profonda critica dal titolo: “L’ordine di Napoli, il caos di Berlino”. Il nostro aereoporto, infatti, nonostante i tanti problemi, sorprese enormemente la scrittrice durante la sua ultima visita: un gioiello di organizzazione e tranquillità, “Sembra di essere nell’anticamera del Paradiso”, scrive; un luogo dove poter gustare foi gras o leggere riviste con una temperatura di 18 gradi anche in inverno.
Ben diverso, quindi, dal confusionale aeroporto della capitale tedesca. Dal 2007, infatti, il luogo dovrebbe essere rinnovato, ma dopo un investimento di 2,2 miliardi di euro il caos continua a regnare fra incuria e degrado. Ogni mondo è paese, si sa, e come in Italia, anche nella ricca Germania esistono regioni costantemente sfruttate ed abbandonate dal governo centrale. Nel caso dei teutonici, come anche per la Francia, è l’area nord dello stato ad essere lasciata indietro dalla Pubblica Amministrazione. In ogni caso, l’analisi della Hugues dovrebbe spingerci a guardare, qualche volta, la nostra terra da “esterni”: solo in questo modo potremmo veramente capirne i pregi e i difetti con oggettività ed autocritica.