Il mondo del calcio è scosso così come l’Italia calcistica appare più che indignata. La partita tra Calcio Napoli e Inter disputata ieri e valida per i quarti di finale di Coppa Italia è passata in secondo piano, con la vittoria dei nerazzurri che ha fatto meno rumore di tutto ciò che è successo poi nel post-partita. Roberto Mancini, tecnico della squadra ospite, presentatosi alle telecamere della Rai visibilmente amareggiato, ha accusato il collega Maurizio Sarri di avergli rivolto, negli ultimi istanti di gara, offese a sfondo razzista e sessista. Parole che non sono passate inosservate: tanto che le scuse pubbliche dell’allenatore azzurro sono state lasciate in sordina.
Sia chiaro: ogni forma di razzismo e discriminazione va condannata e mai difesa, anche se i dati dimostrano che in Italia si fa tutt’altro. Ma forse un briciolo di coerenza avrebbe contribuito ad evitare una polemica che rischia di avere strascichi ben più importanti nonostante il tutto sia ampiamente collegabile alla foga agonistica. Ci sono dei precedenti, infatti, che vedono lo stesso Roberto Mancini mettere una pietra sopra senza polemizzare davanti alle telecamere di una tv nazionale. E i casi in questione sono ben due.
Il primo risale al 2000, quando durante un Lazio – Arsenal Sinisa Mihajlovic, allora difensore dei biancocelesti, insultò Patrick Vieira definendolo, per sua stessa ammissione, “negro di merda“. L’episodio fece discutere anche per l’esposto presentato poi dalla DIGOS, ma allora Roberto Mancini apparve tutt’altro che indignato. Queste le sue dichiarazioni in difesa del suo amico Mihajlovic: “Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti. Credo che possano superare le tensioni e finirla. Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’importante è che tutto finisca lì“. (Dichiarazioni riportate da Raisport)
Per non parlare, poi, di un episodio che riguarda proprio Napoli e i napoletani. Siamo nel 2007, i tifosi dell‘Inter vennero puniti per aver esposto striscioni discriminatori e a sfondo razzista rivolti ai supporters azzurri. Anche lì il buon Mancio preferì gettare acqua sul fuoco: “Era solo uno sfottò, come ce ne sono tutte le domeniche su tutti i campi. Certo, non è stato bello leggere certe scritte ma secondo me non si è trattato di una cosa così grave, ed è sbagliato punire tanti tifosi che non c’entrano nulla”. (Dichiarazioni riportate da La Gazzetta dello Sport)
Prima di fare i moralisti del caso, quindi, bisognerebbe mostrare un pò di coerenza e ammettere di essere in torto in determinati casi (in questo caso passati, è chiaro). Un pò come ha fatto Maurizio Sarri assumendosi le colpe e chiedendo anche scusa, sia in pubblico che in privato. Scuse, tra l’altro, al momento non accettate. E qui la domanda sorge spontanea: che differenza passa tra un “frocio” e un “negro di merda“?