“Le sette opere di Misericordia” del Caravaggio resterà a Napoli e non andrà più in prestito al museo del Quirinale a Roma. La richiesta era partita dal soprintendente al Pio Monte della Misericordia dove da quattro secoli è esposta l’opera, in occasione del Giubileo indetto da Papa Francesco che ha come tema, per l’appunto, la Misericordia. Una scelta fatta per far conoscere nel mondo l’opera che Caravaggio lasciò a Napoli, male accolta dal mondo culturale cittadino: dal 1612, anno in cui l’opera fu commissionata dal Pio Monte, vige il principio di inamovibilità della tela. Inoltre, rimuovendo “Le sette opere di Misericordia” l’intera esposizione del sito sarebbe rimasta sguarnita e priva di attrattiva.
Questo ha spinto Guido Donatone di “Italia Nostra”, a muovere un’accesa campagna, coadiuvata dal Corriere del Mezzogiorno, per non far spostare il quadro e lasciarlo nella sua naturale ubicazione. Finalmente è arrivata la risposta da parte dell’Ufficio della Presidenza della Repubblica che, con una lettera inviata al Corriere, ha annunciato la decisione di non far spostare il Caravaggio da Napoli.
“È una vittoria della cultura, che si deve all’impegno comune. – Commenta Donatone sul Corriere – Tante adesioni si sono aggiunge all’appello di Italia Nostra e tante ancora ne arrivano. Una soddisfazione grandissima che appartiene a tutti. I napoletani hanno dimostrato di saper difendere i propri tesori. Intorno alla nostra iniziativa c’è stato un concorso di adesioni enorme, con i maggiori storici dell’arte, con associazioni e comitati del centro storico. Tutti gli uomini di cultura si sono indignati e hanno manifestato preoccupazione rispetto ad progetto che prevedeva che un’opera del genere lasciasse il Pio Monte, anche se per un breve periodo. Le Sette opere di Misericordia è inscindibile dalla Cappella. E perciò inamovibile”
“Intanto – continua – abbiamo un grande presidente che si è dimostrato sensibile ed avvertito del problema. Ha compreso che un’opera d’arte di straordinaria rilevanza non poteva essere decontestualizzata, tanto più che la cappella del Pio Monte è stata realizzata in funzione del quadro stesso: è complementare e inscindibile dal capolavoro del Caravaggio. Immagino che Mattarella sia rimasto colpito in questo senso. Conto di mandare una lettera al Quirinale – conclude Donatone – nella quale inviterò il presidente Mattarella in visita privata al Pio Monte a vedere il quadro di Caravaggio. Sarebbe bello vedesse quest’opera straordinaria nel suo contesto”