Il Museo di Anatomia di Napoli apre al pubblico. E’ il più importante e antico al mondo
Mar 10, 2016 - Claudia Ausilio
Il Museo di Anatomia Umana di Napoli è tra i più antichi e completi al mondo. Ubicato presso l’Istituto di Anatomia Umana, nei chiostri di Santa Patrizia della Seconda Università degli Studi di Napoli, fu fondato tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, a scopo didattico ed in seguito vi furono collocate una serie di collezioni con l’affermazione delle teorie evoluzionistiche di Charles Darwin.
Nel museo vi è una sezione relativa all’anatomia normale, in cui è possibile trovare una raccolta di organi in cera e una sequenza di organi interni essiccati. Poi una sezione interessata all’anatomia patologica, che studia le malformazioni dovute alle malattie: sono conservati feti malformati, teste ciclopiche (con un solo occhio) e altri reperti in formalina o alcool. È uno dei musei di anatomia più importanti al mondo e conserva un omero preparato dal grande anatomista fiammingo Andrea Vesalio nel Cinquecento.
Dopo diversi anni aprirà per la prima volta le porte al pubblico, dato che l’accesso era possibile soltanto ai ricercatori, ora invece per due giorni alla settimana sarà aperto alla cittadinanza. Un’iniziativa voluta dal Museo Universitario delle Scienze e delle Arti (Musa) e dal rettore della Sun Giuseppe Paolisso.
Come riferisce il Mattino.it, l’apertura al pubblico si terrà lunedì prossimo, 14 marzo e l’inaugurazione si terrà alle 10 nell’Aula Antonelli della Seconda Università (Complesso di Santa Patrizia, via Luciano Armanni 5 al primo piano) insieme col convegno dal titolo “Museo Anatomico Testimone di Napoli dal Mito alla Scienza”.
Napoli è stata protagonista della rivoluzione culturale e scientifica che caratterizzò il periodo dalla metà del XVI fino al XIX secolo e questo suo ruolo attivo si rispecchia ampiamente nel Museo che è uno dei più completi ed esclusivi al mondo. In Italia di simili ce ne sono solo a Torino, a Roma e a Firenze.
In Europa, invece, a parte Londra, non c’è molto invece si trova qualcosa soltanto negli Stati Uniti, a Boston e a Philadelphia. Ma il museo della Sun ha qualcosa in più: qui la storia dell’anatomia si è sviluppata con quella della città, ad esempio a partire dal XVII secolo, nell’Ospedale di San Giacomo Apostolo nacquero i primi preparati anatomici del Severino. Come ricorda il Mattino il 700 fu caratterizzato dagli studi di Cotugno presso gli Incurabili, mentre l’800 dalle riforme francesi e dei Borbone. Dopo l’Unità d’Italia, la collezione venne arricchita con i crani provenienti dagli scavi di Pompei e Cuma, e dalle famose “teste della Vicaria“, ossia teschi dei giustiziati rimasti appesi per circa trent’anni in gabbie di ferro fuori Castel Capuano, (tra cui Giuditta Guastamacchia impiccata nel 1800 per adulterio).
Tra i reperti ci sono bisturi di epoca romana e le calcinazioni di Giuseppe Albini delle epidemie dell’800 a Napoli, i 153 feti “mostruosi” conservati in formalina o in alcool ed illuminati da luci al led e le “pietrificazioni” di Efisio Marini (1835-1900), scienziato che inventò un metodo di mummificazione di organi interni.
Non mancano apparecchiature d’epoca e libri antichi e poi la collezione delle “curiosità” come l’omero di Vesalio del 1544 e due trofei Tsantsas, donati da un medico brasiliano. Sono due teste umane, dei Jibaros, abitanti le rive del Rio delle Amazzoni in Ecuador, noti per la loro usanza di portarsi la testa dei nemici vinti e di conservarla come trofeo.
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Via Luciano Armanni, 5 – Complesso di Santa Patrizia – 80138 Napoli
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