Muore 17enne: “Un terrone in meno da mantenere” scrive su facebook. Ecco cosa è successo dopo


Dopo quasi un mese di coma, in una notte di novembre, Stefano Pulvirenti è morto. Nonostante le cure, il tempo e il sangue donato da chi più lo amasse. Ma chi era Stefano e perché ne stiamo parlando ora? Era un 17enne di Siracusa che il 29 ottobre rimase ferito gravemente in un incidente stradale. Un incidente che gli è costato la vita.

Durante il giorno del funerale, da un profilo Facebook di una donna veniva pubblicato questo post: “Sono felicissimo, un terrone in meno da mantenere”. Il post fu segnalato e le indagini da parte del Nucleo Investigativo Telematico (Nit) ebbero inizio, in concomitanza alla denuncia da parte della Procura di Siracusa per diffamazione aggravata da finalità di odio razziale.

Non era difficile carpire che si trattava di un profilo fake, ossia di un’ identità fasulla e che qualcuno si nascondeva dietro il nome di una donna, anche perché l’espressione “sono felicissimo” era declinata al maschile (salvo errori di battitura). Seguirono altri post nei giorni dopo, come questo:

«quando vedo queste immagini e so che nella bara c’è un terrone ignorante, godo tantissimo: peccato che ero al Nord, altrimenti avrei cagato su quella bara bianca. Buonasera terroni merdosi. Non è morto nessun altro di voi oggi?».

A nascondersi dietro la tastiera e dietro tali parole era un 40enne di Torino, operaio di professione e domiciliato a Settimo Torinese. A lui hanno portato recentemente le indagini del Nit. I titolari dell’inchiesta, il procuratore Francesco Paolo Giordano e il sostituto Antonio Nicastro, hanno definito la vicenda «disumana», aggiungendo che: “fra le varie forme di povertà, la povertà morale è quella che rischia di mettere a maggiore rischio la dimensione umana”. Parole che ben riassumono i fatti e i pensieri.


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