Napoli – Il 15 febbraio del 1898, al secondo piano del civico 109 di via Santa Maria Antesecula, nel Rione Sanità, nasceva l’uomo che avrebbe segnato per sempre l’arte e la comicità napoletana: Antonio de Curtis, detto Totò. Ogni napoletano che si rispetti dovrebbe conoscere questa strada, andarci almeno una volta per vedere l’antico portone che il giovane Totò varcava ogni mattina, anche perchè l’intera struttura dell’edificio è rimasta invariata nei decenni ed ha lo stesso aspetto di un secolo fa.
Oltre ad aver dato i natali all’uomo più importante di Napoli, però, la strada custodisce alcune meraviglie celate: un patrimonio archeologico che racconta la città sin dalle sue antiche origini. Il nome deriva dalla monumentale Chiesa di Santa Maria Antesecula, consacrata nel 1622. L’epiteto “antesecula” è un’abbreviazione delle parole attribuite alla Madonna “ab inizio et ante saecula creata sum” (Sono stata creata sin dall’origine e prima dei secoli).
Altro monumento importantissimo è la Chiesa del Santissimo Crocifisso, edificata come complesso conventuale nel 1764 e ristrutturata nel 1849 su ordine di Ferdinando II, re di Napoli e delle Due Sicilie. Sia questa che quella di Santa Maria furono profondamente danneggiate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che devastarono l’intero rione e cancellarono vere e proprie meraviglie, mai più restaurate. Il vero segreto della strada, però, è l’ingresso ad uno dei più antichi ipogei greci della città. Un luogo di sepoltura vastissimo ed antichissimo che mostra bene la commistione di culture e credenze religiose che imperava nel territorio napoletano migliaia di anni fa. Ancora oggi, fra le fondamenta dei palazzi della zona, è possibile trovare macabri strumenti di sepoltura di epoche passate.