“Università Orientale chiusa per lutto”: il paese tace ma gli studenti di Napoli si indignano


“Orientale a lutto. Basta stragi nel mediterraneo!” si legge su uno striscione che affaccia sul portone di una delle sedi dell’Università Orientale di Napoli: Palazzo Giusso, in piazza San Giovanni Maggiore, nel cuore del centro storico.

Ancora morte in mare. Altre 300 vite circa spezzate durante il tragitto della speranza. E’ la strage avvenuta ieri nel mediterraneo, che ha visto migranti somali affondare a bordo di ben 4 imbarcazioni completamente sfasciate.

E di fronte tali sciagure umane “non è possibile che l’università dove si formano tanti giovani faccia finta di niente” si legge nel post degli studenti, tramite il profilo dell’Ex Opg Occupato.

Il movimento studentesco, infatti, ha indetto per oggi, 19 aprile, una discussione pubblica, presso la sede dell’Orientale, in vista di un più grande momento anti-razzista, il 25 aprile a piazza Mancini.

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Il dissenso fondamentale arriva contro quei prefabbricati mentali della nuova geopolitica, secondo la quale, i migranti sono visti come invasori di terre (nostre) già troppo popolate e prive di un futuro per tutti; “Da anni l’unica risposta che si dá sono politiche securitarie e repressive, dichiarazioni razziste e xenofobe dell’intero arco politico, poste come l’unica soluzione all’ emergenza immigrazione”. Politiche che si concretizzano nelle “immagini del filo spinato di Idomeni, del muro in Brennero, delle coste turche“.

Queste le argomentazioni dei giovani universitari. Attori politici e sociali che controbilanciano quella sorta di noncuranza generale per alcuni temi fondamentali. Giovani idealisti che, non si direbbe, fanno parte dello stesso paese in cui non si va neanche più a votare.


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