Ieri mattina, un medico napoletano, Antonio Corcione, presidente della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva, nonché direttore di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Monaldi di Napoli, ha consegnato a Papa Francesco il decalogo che impegna i medici a curare il dolore dei proprio pazienti, sia fisico che morale.
La prima tappa del decalogo è stata, in realtà, l’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, presso la quale il dottor Guido Fanelli, considerato il padre della legge 38 20120 contro il dolore, ha consegnato i 10 punti.
La carta, redatta da 44 referenti di altrettanti centri di eccellenza nella terapia del dolore e controfirmata da 200 tra i più riconosciuti e validi terapisti del dolore italiani, ricorda a tutti i medici la propria vocazione e gli impegni che posseggono dei confronti dei loro pazienti, indistintamente.
Ma vediamo, nel dettaglio, in cosa consistono i punti evidenziati nel documento:
La legge 38 contro il dolore, nasce, in effetti, dalla necessità di garantire a tutti, indistintamente da razza, status quo e religione, lo stesso trattamento e ridurre al minimo il dolore da sopportare. Non per tutti sono accessibili, infatti, alcune terapie che abbassano l’intensità del dolore, per cause differenti. E questa legge, rappresenta proprio la pietra miliare su cui si basa il nuovo approccio al dolore e alla sofferenza.