Le telecamere della Rai sul mare di periferia. Un mare nascosto, quasi dimenticato, sovrastato dallo scempio di edifici abbandonati. Si tratta di strutture in cui risiedevano fabbriche ed industrie. San Giovanni a Teduccio, cuore di Napoli est, è stato a lungo dimora proletaria, in cui si sono radicate le famiglie dei manovali e degli operai di note fabbriche di produzione, ora chiuse.
Ma quelle famiglie sono ancora lì, sulle coste di un mare che non possono usare. Nello specifico, il servizio di Anna Testa per Tg2 Costume & società, parla del porto di Vigliena, uno scorcio di periferia a ridosso del Corso San Giovanni. Una zona meravigliosa e abbandonata, in cui vi è tuttora il divieto di balneazione. Sono numerosi i palazzi fatiscenti in quell’angolo di città, in cui dimorano numerose famiglie, in strade che si governano quasi da sole.
Si, perché alcune vie, spesso, rappresentano la periferia della periferia. Emblema di tali dinamiche è il Forte di Vigliena, dichiarato monumento nazionale, costruito nel 1702 per volere del Marchese di Vigliena.
Si, perché Vigliena non è solo degrado e bambini che parlano dei genitori carcerati, come si vede dal servizio Rai. Vigliena è casa di pescatori, di popolari racconti e di fantasmi che si aggirano nel Forte. Questa struttura, adoperata anche per l’istruzione alla pratica dell’artiglieria durante il Regno delle due Sicilie, sarebbe dovuta essere oggetto di restauro, all’interno del presunto piano di bonifica di tutta l’area; un piano mai avvenuto, il quale avrebbe dato centralità al lungomare di San Giovanni a Teduccio, un tempo casa estiva dei nobili vacanzieri.
E’ facile guardare Napoli da Posillipo ed amarla; è semplice passeggiare su via Caracciolo ed innamorarsene. Viscerale è invece appartenere ad un’arteria maltrattata di Napoli e sentirla tua come poche cose…amarla come carnalmente si ama una sorella.