314 anni complessivi di galera: questa la condanna emessa durante la giornata di ieri dal giudice Pietro Carola; questa le decisione presa in seguito al processo che ha visto protagonisti gli uomini del clan Ferraiuolo e Del Prete, al centro di una lotta sfegatata contro la paranza dei babyboss di Forcella, scenario di violenze all’ordine del giorno. Ed è proprio lì, in quello stesso scenario, che nel lontano 2010 venne eletto il capozona su Forcella, Tribunali e Maddalena per conto dello storico clan Mazzarella.
Il processo è nato dall’inchiesta terminata il 3 marzo in seguito a decine e decine di arresti, ed in seguito alla decisione di Ferraiuolo di collaborare con lo Stato. Ad oggi, le ricostruzioni dell’ Antimafia e del pm Antonella Fratello riportate dal Mattino, hanno portato alla luce notizie che hanno fatto sì che il “capozona” e i suoi seguaci non avessero scampo. Riunioni nella sala mortuaria dell’ospedale Ascalesi senza che nessuno sapesse, piazze di spaccio, estorsioni alle ditte che avevano appalti negli ospedali del centro cittadino e a note pizzerie del cuore antico della città, pizzo imposto ai venditori della frutta al mercato e agli ambulanti di borse di false griffe (con una netta differenza tra stranieri e napoletani; i primi “pagavano” di più); clamoroso, poi, il caso legato ad una stanza di ospedale che un custode metteva a disposizione dell’ex boss Ferraiuolo come nascondiglio per droga e armi. Tutto in cambio di una somma che andava dai 50 ai 100 euro al giorno: queste ed altre ancora le motivazioni che hanno portato alla dura pena, che i criminali dovranno scontare.
In cima all’organizzazione criminale, secondo gli inquirenti, c’è Salvatore del Prete, pianificatore di tutte le azioni delittuose e criminali da compiere. È a lui, infatti, che è stata inflitta la condanna più alta: 20 anni di carcere. Tra gli altri condannati, poi, in ordine alfabetico: Salvatore Amirante (12 anni di reclusione), Antonio Baldassarre (13), Assuntina Baldassarre (8), Giuseppe e Rita Baldassarre (rispettivamente 2 e 12), Rosario Baselice (7), Carmine Beneduce (5), Salvatore Brancaccio e Raffaele Sollo (10), Manuele Catino e Gennaro Orfeo (8), Pierina Cavataio, Annamaria Esposito, Monica Mingione, e Aniello Ferretti (6 anni e 8 mesi), Salvatore Ferretti (10 anni), Francesco Formigli, Ivan Palma Esposito, Mauro Mosca e Vincenzo Garofalo (16 anni di carcere), Salvatore Giuliano (7), Donato Lo Bascio Dell’Aquila (12 anni), Salvatore Marfè (12), Pasquale Nasti (10 anni e 8 mesi), Francesco Palermo (2 anni e 6 mesi), Francesco Rinaldi (14), Gaetano Panico (un anno e due mesi), Antonio Simonte (3 anni), Gennaro e Umberto Tubelli (rispettivamente 10 e 6 anni), Antonio Simonte (3), Salvatore Russomagno (6 anni). Sette saranno gli anni, poi, che Vittorio Cioffi e Rosario Cinque saranno reclusi. Assolti, invece, Raffaele De Vincentiis, Alessandro e Giuseppe Del Prete, Massimiliano Carta, Felice Ferretti, Enrico Izzo, Valerio e Vincenzo Lambiase, Salvatore Marino, e Antonio Sarnelli.