Lo scorso 22 maggio l’amministratore del gruppo social “Aiutiamo Conegliano a cambiare” ha postato due foto, le quali mostrano il degrado della cittadina in alcune sue vie, presso le quali rifiuti di vario genere sono stati abbandonati ai bordi delle strade, da cittadini incuranti del bene pubblico. Ebbene, il post in questione era correlato da tre parole: “Come a Napoli”.
Per chi ha postato le foto era ovvia ed inevitabile la correlazione a Napoli, simbolo nazionale della discarica a cielo aperto e capo espiatorio di una generale assenza di senso civico. Ma la povertà demagogica dell’espressione scelta dagli amministratori del gruppo non si è fermata ad una pagina facebook. No. essa ha valicato il confine social per arrivare direttamente nei titoli dei piccoli quotidiani trevigiani: il 25 maggio su oggitreviso.it compare un articolo sul problema dei rifiuti sottolineato da Aiutiamo Conegliano a cambiare, correlato da una delle foto postate sul gruppo e dal titolo “Conegliano come Napoli”, con il virgolettato che intende citare il gruppo stesso. E ancora, dal digitale al cartaceo, lo stesso giorno un articolo sul Gazzettino: “Sommersi dall’immondizia, via Lamarmora come Napoli”.
Si sa, facebook è una piattaforma generalista, in cui si adoperano linguaggi, stili ed immagini di qualunque tipo; da fecebook ci si aspetta anche quella sorta di comunicazione tribale, populista, a prescindere se si tratti di un profilo personale, di un gruppo o di un esponente politico.
Altre connotazioni dovrebbero possedere, invece, i giornali o i quotidiani, i quali, si auspica, posseggono un livello culturale e una scelta stilistica che li differenzia dalla comunicazione e dal pensiero di massa. Un giornalista, un redattore o chiunque scrivi per una testata dovrebbe staccarsi, non solo eticamente ma intellettivamente, dal pregiudizio dilagante e filtrare i fatti da una lente diversa.
In questo caso, ad esempio, non esisteva il bisogno materiale o morale di riportare l’infelice paragone con Napoli, adoperato da un gruppo di facebook.
Tuttavia, è importante sottolineare, d’altro canto, le riflessioni fatte da alcuni cittadini trevigiani, i quali hanno sottolineato l’aspetto pregiudizievole del post, commentandolo: “Aiutiamo Conegliano a Cambiare anche nei pregiudizi a questo punto.” sono le parole di un utente, la quale continua “A questo punto tolgo il like alla pagina perché non m’interessa piu’ seguirla ma vedo con piacere che i Like ai miei commenti sono non di meridionali. A conferma ancora una volta che il buono ed il cattivo si trovi ovunque”.
“Che c’entra Napoli?… perché Napoli poi?” , è il commento di un’altra fruitrice del gruppo, dal cognome radicalmente settentrionale.
Questi sono stati i dissensi telematici di cittadini del posto, i quali non si sono stati al post così com’era stato redatto e hanno esplicitato il loro parere contrario. Non hanno preso la notizia così come gliel’hanno proposta, ma l’hanno metabolizzata ed hanno reagito con spirito critico.
Se da una parte è vero che il giornale ha il compito oggettivo di riportare la notizia così com’è, con le parole adoperate e mantenendo fede alla fonte, d’altra parte è chiaro, che in certi casi, cavalcare l’onda della retorica (perché questo è stato fatto) è speculativo. Ai fini della notizia, ossia che Conigliano pullula di immondizia abbandonata da diverso tempo e in varie strade, non è funzionale trascrivere anche le parole su Napoli, sottolineandole.
Senza contare il fatto che il paragone adoperato è improprio su ogni fronte poiché Conegliano conta 36.000 abitanti, mentre Napoli, con tutta la provincia, si avvicina ai 2 milioni di abitanti. E si dà il caso, che a Napoli, esistono comuni come quello di Pozzuoli, che conta 81.635 abitanti, il quale è stato proclamato tra i comuni virtuosi d’Italia, grazie all’efficienza della raccolta differenziata; in altre parole, un modello da seguire. E non è il solo. Bacoli fa 27.567 abitanti (poco meno di Conegliano) ed è anch’esso nella lista dei comuni virtuosi d’Italia. Per cui, si potrebbe, quasi, proporre un briefing civico per quei piccoli comuni più sfortunati, con l’immondizia agli angoli dei marciapiedi.