La Madonna si “inchina” davanti alla villa di una famiglia legata alla camorra e il prete diserta la processione. E’ quanto accaduto domenica scorsa a San Paolo Bel Sito, comune in provincia di Napoli. Si celebrava la festa della Madonna del Rosario e, durante il corteo con la statua della Vergine portata in spalla dai fedeli, la Madonna si è fermata proprio davanti alla casa del boss. Un gesto che ha scosso il sacerdote Don Fernando Russo, che ha così abbandonato la processione togliendosi tonaca e stola.
Un atto di coraggio e di ribellione che non è passato inosservato, nemmeno al vescovo di Nola, Beniamino Depalma, che ha scritto una lettera a Don Fernando: “Ho percepito il tuo dolore, accolgo e appoggio la tua scelta“. Un episodio importante, perché non si ricordano gesti di protesta così clamorosi come questo di Don Fernando. Sono invece molti gli episodi di processioni religiose macchiate da questi assurdi inchini a boss e famiglie legate alla malavita.
Si ricordi, ad esempio, la processione della vergogna avvenuta a Castellammare di Stabia. Non mancano però nemmeno i casi positivi, come la processione avvenuta a Torre Annunziata, durante la quale non ci fu nessun inchino a boss o personaggi legati alla criminalità. Bensì, un inchino rivolto alle vittime della camorra. Un segnale di cambiamento quello di Don Fernando? Troppo presto per dirlo, ma sicuramente è l’episodio più eclatante che sia avvenuto negli ultimi anni. Mai nessun esponente religioso prima di lui aveva infatti protestato così platealmente. A quanto pare, il vento sta cambiando.